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Luchino Visconti con un’estetica che sfiora il lirismo costruisce un’opera incentrata su personaggi caratterizzati. Il regista scava nelle loro profondità mettendo in rapporto uomo e storia in un risultato tra i migliori del cinema italiano di metà Novecento. Allora Valli e Farley Granger mettendo al servizio della lodevole sceneggiatura un talento unico. Questo film è un manuale di storia del cinema.
Capolavoro di Visconti con forse la migliore performance della carriera di Granger. La capacità di seduzione del protagonista attraverso una moderata comprensione della classica nobildonna trascurata in cerca di stimoli per la sua vita annoiata è pensata sia nella sceneggiatura, adattamento da una novella, sia nelle specifiche inquadrature, primi piani, sugli sguardi del protagonista. Fotografia da storia del cinema con le iconiche scene girate al chiaro di luna, buon adattamento della sceneggiatura, costumi sartoriali curati da uno dei migliori costumisti della storia, ricostruzione di battaglie ed eventi storici quasi impossibili che solo Visconti con la sue ossessioni estetiche ci ha regalato. Compare con il massimo nelle recensioni in tutti i dizionari del cine
Ho sempre voluto approfondire il cinema di Visconti, uno dei grandi del nostro cinema, eppure molto meno amato dei vari De Sica, Fellini, Rosi ( comunque cineasti di grandissimo valore ), forse per il suo piglio aristocratico, forse per la sua visione internazionale delle storie che raccontava ( caratteristica infatti che hanno i migliori del cinema italiano, come Antonioni, Sorrentino, Leone ). Famoso per le sue trasposizioni di classici della letteratura come I Malavoglia, Il Gattopardo, Morte a Venezia, adattò una novella dello scrittore scapigliato Camillo Boito, che avevo già letto e adorato. Con queste premesse, avevo aspettative gigantesche, forse troppo perfino per la sontuosa messa in scena di Visconti. Ogni recensione sostiene che Senso è un capolavoro, e ha ragione, ma non posso negare di essere un filo deluso. L'asciutta struttura della novella viene dilatata, si gonfia di scenografie, eventi, costumi, dialoghi: tutto bellissimo, costruito con meticolosa precisione e sfarzo a manetta. Ho adorato alcune variazioni, come la passeggiata notturna tra i due futuri amanti per una Venezia spettrale e meravigliosa, e il dialogo a tre con la prostituta a Verona, che sancisce la fine di una relazione con una sincerità brutale ; ho odiato altre, come la brevità degli eventi veronesi e l'eliminazione del personaggio, meraviglioso, del soldato austriaco. Mi dispiace per l'interpretazione molto patriottica, per quella voce fuori campo che forse era l'unica cosa della novella che andava davvero tagliata, per una Livia che è più un angelo caduto che una persona insensibile che si innamora di qualcuno ancora più insensibile, ma questi sono solo difetti che chi ha già letto Senso può trovare: chiunque altro troverà un film maestoso, pieno di persone fallite e tragiche, di storia, di eleganza, e invecchiato benissimo per avere 64 anni (!). Da vedere, anche per gli spettatori d'oggi ; solo, se non vi sembrerà abbastanza, potrete rifarvi con un capolavoro letterario da riscoprire.
Recensioni
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