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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
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Libro scritto molto bene. Onestamente mi aspettavo altro. Mi aspettavo si parlasse di circo e invece il circo c'entra pochissimo, se non in minima parte. Se non avessi avuto aspettative, probabilmente mi sarebbe piaciuto molto. Avendo aspettative, invece, sono rimasta un po' delusa. Non mi è piaciuto come vengono trattati gli animali in questo romanzo. In ogni caso la Carter scrive benissimo e vorrei leggere altro della sua produzione.
Angerla Carter immerge il lettore in una dimensione bizzarra e stravagante. Si percorrono le vicende di Fevvers, protagonista del libro, dotata di un paio d'ali che le hanno garantito un posto d'onore in America e nel mondo. Si prende avvio dalle vicende dell'infanzia della protagonista e della sua successiva età 'adulta' che molto le ha dato fa lottare. Fevvers ha infatti una vita difficile e sofferta ma la sua stranezza, quindi l'avere le ali, le darà una vita sfavillante. Angela Carter ti travolge e ti catapulta in un mondo tutto suo, fatto di stravaganze e crude verità. è una scrittrice estrosa e il suo testo è percorso da uno stile immaginifico in cui non mancano i cambi di rotta e l'originalità.
La prima parte ("Londra", in cui Fevvers racconta la propria storia a Walser) è buona e promettente, ma proprio quando serve un di più (una chiave di lettura, uno sforzo d'introspezione, qualcosa di significativo) arriva la seconda parte, quella del viaggio ("Pietroburgo", "Siberia"): un bailamme di avvenimenti, storie, storielle a volte un po' buttate lì, eterogenee, slegate, caotiche, poco incisive. L'inverosimiglianza, che fin qui aveva avuto la sua ragion d'essere nel ritratto di Fevvers e della sua strana vicenda, comincia ad accartocciarsi su se stessa e a crollare, sempre più involuta e sterile quanto più gli avvenimenti si moltiplicano. C'è ovviamente qualcosa da salvare, qualche spunto qua e là che però rimane abbozzato allo stadio germinale, per lo più soffocato sul nascere in un terreno che deve nutrire troppe altre radici. La sezione finale (tra banditi, sciamani, popolazioni siberiane, e altre trovate effimere e non riuscite) conferma la china e la percorre sino in fondo.
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