L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
Promo attive (1)
Il grande scrittore e sceneggiatore inglese Ian McEwan ci sconvolge e coinvolge regalandoci un'opera che tende la mano alla grande tragedia shakespeariana. Sto parlando dello stupefacente e grottesco Nel guscio, edito da Einaudi e tradotto da una bravissima Susanna Basso. Humor nero e cinico distacco caratterizzano la voce narrante affidata all'unico testimone di tutta la vicenda, che ancora in utero assiste ad un vero e proprio complotto di famiglia. Quando uno stile narrativo ricco sposa una conoscenza impeccabile della parola ed una struttura tecnicamente perfetta, il risultato non può che essere straordinario.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sicuramente ha uno stile di scrittura unico, ma la storia non mi ha appassionato
Ne ho letti molti di romanzi di Ian McEwan e questo è l'unico che mi abbia deluso. Una prospettiva originale quella del feto ma non l'ho apprezzata molto. Credo che d'ora in poi non darò questo autore come una certezza ma dubiterò anche di lui... Peccato!
Nel guscio è stato sicuramente uno dei libri più inquietanti del 2017: nella sua prima edizione Einaudi Supercoralli l’occhio di un neonato faceva capolino da una fessura di una copertina bianchissima. D’altronde, è McEwan: ho letto poco di suo, ma l’unica parola che userei per descriverlo è inquietante. Ian McEwan è un autore prolifico – Einaudi ha pubblicato più di quindici suoi libri e nelle librerie è bellissimo vedere le copertine affiancate l’una all’altra. Bellissimo, ma straziante per il portafogli – tant’è che ho procrastinato l’acquisto dei suoi libri fino a qualche mese fa. E inutile dire che, quando ho iniziato a leggerlo, mi sono sentita una stupida per non averlo fatto prima. Ian McEwan racconta essenzialmente storie basate su un dilemma etico – su un delitto, su un evento, su una scelta, qualunque cosa. Al centro di queste storie ci sono i protagonisti, solitamente due, solitamente con due visioni opposte sulla vicenda. Il bello della scrittura di McEwan è che riesce a mostrarci le motivazioni dei personaggi con una leggerezza e un’empatia tale da renderci difficile condannare i colpevoli. Non riusciamo a non guardare con affetto ai bambini de Il giardino di cemento, non riusciamo a non provare compassione per Adam Henry. E anche in Nel guscio, non riusciamo davvero a capire da che parte stare. Di Nel guscio si è già detto tantissimo: è una trasposizione moderna di Amleto, in cui il protagonista assiste impotente all’assassinio del padre per mano della madre e dello zio. La genialità di questo romanzo sta nel fatto che il nostra Amleto stavolta non è un giovane principe, ma un feto a due settimane dal termine della gravidanza. Il feto, senza nome, assiste alla vicenda tramite la madre, ascolta i suoi trasmessi nel suo corpo e studiando le variazioni di posizione del ventre – e percepisce il mondo esterno tramite una coscienza tutta sua. È irrazionale che un feto abbia una tale coscienza e una tale capacità di comprensione – ma questo espediente ci permette di assistere alla vicenda tramite un osservatore coinvolto e esterno allo stesso tempo. La vicenda viene filtrata tramite le necessità del feto – che ha bisogno di cibo, di sicurezza, di una madre pronta a accudirlo dopo il parto. Brillante, non c’è altro da dire: se avevo delle riserve riguardo i McEwan letti negli ultimi mesi, ho trovato questo suo ultimo romanzo allo stesso tempo avvincente e incalzante. E non sono certa di sapere chi tra gli attori di questa scena abbia davvero ragione – ma in fondo: “prima il dolore, poi la giustizia, e infine il senso. Tutto il resto è caos."
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore