La lingua inglese, diffusa nel mondo attraverso la formazione dell’impero coloniale britannico e l’egemonia economica e commerciale anglosassone, viene oggi usata in vaste aree anche dopo il conseguimento dell’indipendenza politica. Là dove la prevalenza dell’emigrazione europea aveva distrutto o emarginato la popolazione aborigena, essa è rimasta la lingua nazionale come in Canada, Australia, Nuova Zelanda. Questi paesi hanno subìto il trapianto di una tradizione letteraria britannica che però la climatizzazione culturale e gli innesti hanno trasformato in letterature nazionali, differenziate per temi, ispirazione e forme.
In Australia, dove la società ha le sue origini nella colonia penale, la tradizione letteraria nasce verso il 1850, articolandosi lungo due filoni, l’uno ottimistico, ispirato al mito della colonizzazione, l’altro drammatico, legato all’aspra realtà della natura avversa e della società nemica. Verso il 1880 intorno alla rivista «Bulletin» si formò un importante gruppo letterario con un programma improntato al realismo. Emerse il mondo dei mandriani e dei tosatori, dei minatori, delle cittadine sperse nell’immenso paese; mentre si affermava il genere della ballata rivoluzionaria e anarchica, il cui maggiore rappresentante fu A.B. «Banjo» Paterson (1864-1941). Nella narrativa vanno ricordati Joseph Furphy (1843-1912) e H.H. Richardson (pseudonimo della scrittrice Ethel Florence Lindesay, (1870-1946), il grande Patrick White (1912-90, premio Nobel per la Letteratura nel 1973), dalla tematica fortemente autobiografica, la complessa e personalissima Christina Stead (1902-83), come anche Amy Witting (1918), nom de plume della scrittrice e poetessa Joan Austral Fraser, Elizabeth von Arnim, pseudonimo di Mary Annette Beauchamp, diventata in seguito protagonista della vita culturale europea, Oodgeroo Noonuccal (1920-1993), nata Kathleen Jean Mary Ruska e conosciuta anche come Kath Walker molto impegnata nella difesa dei diritti dei nativi e primo autore aborigeno in assoluto a pubblicare una raccolta di poesie, nel 1964 con il titolo We Are Going. Il libro ha un enorme successo: in tre giorni a Brisbane si esauriscono tutte le copie e in poco tempo l’opera batte tutti i record di vendita per la poesia. Fra i poeti citiamo Henry Lawson (1867-1922), che è anche narratore, A.M. Klein (1909-72), e A.D. Hope (Alec Derwent Hope 1907-2000) e il poeta e narratore David Malouf (1934).
Dagli anni ’70 la contestazione della «Australian way of life» si è caratterizzata in una New Wave che ha trovato nel teatro, e successivamente nel cinema, la sua vera forma di espressione. Fra i commediografi sono da segnalare Alex Buzo (1944-2006), P. Kenna (1930-87) e D. Williamson (1942). Da una medesima esperienza di paesaggio urbano prende le mosse la seconda New Wave, che si esprime soprattutto nel cinema. Di questi anni, su un altro fronte, il grande successo internazionale dei libri di Morris West, Colleen McCullough (Uccelli di rovo), Thomas Keneally (La lista di Schindler, vincitore del Booker Prize).
Tra gli autori contemporanei ricordiamo: Germaine Greer (1939), una delle maggiori voci del femminismo del XX secolo; Peter Carey (1943), due volte vincitore del prestigioso Booker Prize; Geraldine Brooks (1955), vincitrice del Premio Pulitzer; Madeleine St John (1941) candidata al Man Booker Prize; Dalton Trent (1979) pluripremiato giornalista del The Weekend Australian Magazine; Charlotte Wood (1965) considerata tra le cento donne più influenti del paese vincitrice dello Stella Prize, dell’Indie Book of the Year and Novel of the Year e del Prime Minister’s Literary Award; l’eclettico Nick Cave (1957) noto soprattutto in ambito musicale ma anche scrittore e sceneggiatore; Markus Zusak (1975) divenuto popolarissimo in tutto il mondo con Storia di una ladra di libri.