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Anno edizione: 2024
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"Non esiste grand'uomo per il suo domestico", scriveva Hegel. L'autrice ha pensato che a fare la domestica avrebbe venduto bene, ché il gossip va via come il pane, e ci ha propinato un mix di grandi uomini e biancherie maleodoranti. E il lettore che si accontenta di questo mischione, è felice.
Ho letto questo saggio in occasione di un gruppo di lettura on line e sono contenta di aver avuto la possibilità di approcciarmi ad una lettura fuori dalle mie scelte abitudinarie. Claire Dederer costringe i consumatori dell'arte (in qualsiasi forma, letteraria, cinematografica, etc.) a interrogarsi su alcuni quesiti, per nulla banali: conoscere la biografia mostruosa dell'artista consente di fruire comunque della sua opera, nonostante tutto, oppure impedisce di apprezzarla? La scelta cambia se l'artista è morto o se è ancora in vita e, quindi, la fruizione della sua arte comporta un guadagno economico dell'artista stesso? L'etichetta di mostro nei confronti di un artista si attenua se quest'ultimo è un genio oppure una donna? La maternità è un impedimento all'espressione artistica di una donna? Capitolo dopo capitolo, Dederer riporta esempi illustri per porre domande e fornire, sul finale, una risposta personale, che risulta essere la parte più debole del saggio. Al lettore rimane l'esigenza di crearsi una opinione personale e critica, che gli permetta di approcciarsi all'arte nel modo più libero e autentico possibile.
Sfortunatamente, il libro risulta deludente a causa di una scrittura banale. Sebbene l'idea iniziale fosse promettente, derivata da un articolo intrigante pubblicato su un giornale, l'autrice non è riuscita a trasformarla in un libro appagante.
Recensioni
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