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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2014
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Uno dei migliori libri della Beauvoir. Molto scorrevole, allo stesso tempo struggente. Fa riflettere molto e fa capire che non dobbiamo dare per scontate le persone a cui teniamo perché, prima o poi, le perderemo.
Fa parte dei testi autobiografici dell'autrice. In particolare, in questo caso si parla della morte della mamma di Simone. Il libro, seppur molto breve, ti fa uscire distrutta. Questo perchè è estremamente veritiero... I pensieri strazianti di SImone di fronte alla mamma morente, il suo senso di colpa che cerca costantemente di attutire, sono estremamente reali e, soprattutto, universali. Ma soprattutto la realizzazione che prima o poi tutti perderemo la nostra mamma fa malissimo. 94 pagine di bellezza e dolore.
Non una storia, non un romanzo, ma una cronaca, una cronaca la cui protagonista è la morte e l’intero suo universo che penetra incessantemente ogni individuo, ogni situazione, ogni res. Nella malattia e nell’approssimarsi dell’assenza eterna che sarà della madre, Simone riscopre le martoriate relazioni con la genitrice, l’affetto per la sorella e il racconto delle vicende coniugali che hanno accompagnato per lunghi anni madre e padre. Ma la morte quando arriva, col suo alito di terrore e sollievo, rende protagonista ogni elemento dello scenario angosciante che sta per svilupparsi e compiersi; la cronaca di Simone si empie di infermiere, stanze d’ospedale, amiche e amici, viaggi e pensieri veloci, fino a giungere alla figura di un Sartre passeggero che appare solo fugacemente, concludendosi in una emozione stretta e soffocante che porta con sé una commozione pensante e riflessiva dell’estremo «passaggio dalla presenza al nulla».
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