Maze Runner. Il labirinto della trinità. Maze Cutter. Vol. 2

Con ‘Il labirinto della trinità’ abbiamo compiuto un salto di qualità notevole: lo stile di scrittura mi è sembrato totalmente diverso, più scorrevole, accattivante e privo di quel “tell” che in passato di aveva lasciata interdetta; i riferimenti al passato ci sono, ma sono pochi e sono stati “diluiti” nel resto della storia, così che sia più facile concentrarsi sugli eventi presenti e su quel personale processo che vede il lettore affezionarsi a dei nuovi personaggi e lasciare la fedeltà verso i vecchi da parte. Viene fatta un po’ di chiarezza su tutti quei punti che nel primo volume sono solo accennati o affrontati come se fosse scontato che si sappia già di che cosa l’autore sta parlando e, di conseguenza, la storia acquista un senso, ha finalmente un suo perché e si riesce ad arrivare alla fine con il desiderio di sapere che cosa succederà, di avere di più. Rispetto a ‘Il veliero del labirinto’, questo sembra un romanzo diverso, che riesce a catturare l’attenzione e a mantenere i riflettori su di sé fino alla fine. La narrazione corale (che io adoro – quando gestita per bene) non è più solo un’accozzaglia di punti di vista sconosciuti che confondono il lettore e gli fanno girare la testa, ma diventa una corsa da una parte all’altra della storia, una smania di sapere che cosa sta succedendo a uno mentre l’altro si trova con le spalle al muro o con un’arma carica in mano. È probabile che ci siano ancora molti difetti e alcuni dettagli che non si dovrebbero trascurare, ma sono semplicemente molto felice che un sequel sia riuscito nel suo scopo primario: superare chi l’ha preceduto – e alzare ancora di più l’asticella. Perciò, sono davvero soddisfatta di questa lettura e impaziente di scoprire che cosa succederà!