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Recensioni A Life in Music

A Life in Music di Ezio Bosso
Recensioni: 5/5
Cofanetto di 20 CD + DVD
Sony Classical presenta:
Ezio Bosso – A life in Music
Cofanetto con le 15 registrazioni esistenti dal 2004 al 2020.
All'interno un libretto che raccoglie alcune foto inedite degli anni giovanili di Ezio Bosso e le testimonianze degli amici musicisti.
In questi mesi di pandemia, in cui non è stato neppure possibile un saluto popolare al Maestro e all’uomo Ezio Bosso, in cui la musica, unica “cura” e “azione politica e sociale” in cui ha sempre creduto, ha subito sempre per prima il peso delle restrizioni sanitarie, purtroppo le parole di Bosso pensatore sono state più presenti dell’unica cosa per cui egli ritenesse davvero sensato vivere e per cui ha sempre coerentemente vissuto in prima linea, spendendosi senza riserve: la Musica.
Questo cofanetto vuole modestamente riposizionare l’attenzione sulla musica, disciplina solo apparentemente immateriale, ma per Ezio invece prassi quotidiana del “metterci le mani”, fosse per spellarsi i polpastrelli fino a farli sanguinare con il contrabbasso in mano, da supremo solista virtuoso o da disciplinato musicista nelle file di un’amata orchestra; poi da compositore vero, che non ha mai abusato della facile comunicativa del principio di ispirazione – “L’ispirazione non esiste” diceva – puntando invece con forza sui principi di disciplina, studio e professionalità. Quindi come “pianista all’occorrenza”, sempre in fuga da quello stereotipo romantico che lo aveva inchiodato a Sanremo ad una popolarità che viveva come indebita intromissione nel suo privato, nella sua identità “di persona e non personaggio”, nelle semplificazioni in cui non si riconosceva, nei tanti preconcetti che portò con sé in un mondo accademico ancora tutto da conquistare, ben lontano dal riconoscimento postumo di ideale homo novus tributatogli alla fine. Per ultimo il sogno dell’adolescenza e della giovinezza finalmente realizzato, nonostante un percorso tutto ad ostacoli, da quelli economici ai cliché di settore: la direzione d’orchestra, prima solo sulle proprie composizioni, nel ruolo più tradizionale di compositore-direttore, quindi finalmente sul grande repertorio che scorre a tutti noi nelle vene, anche quando non lo sappiamo, quella “musica libera” nota ai più come musica classica. Nel momento di maggiore debolezza fisica, ma mai psicologica, Ezio Bosso ha raggiunto il traguardo per cui aveva sempre lottato: il podio, “la bacchetta magica”, l’orchestra per lui sempre e solo “metafora di una società ideale, ove la partitura è la nostra costituzione e ognuno è chiamato a travalicare il proprio ego per mettersi al servizio del bene comune, dove chi sta davanti non è necessariamente il più bravo ma quello che può lavorare di più per e con gli altri. Dove chi sta dietro non è il più somaro, ma colui che spinge tutti insieme. Dove ognuno deve fare il suo dovere per l’esito finale, anche il pubblico, musicista silenzioso che con il suo silenzio, la sua attenzione, i suoi respiri contribuisce a creare il nostro suono, la nostra firma”.
Una direzione d’orchestra di stampo unico, di nuovo vissuta nella filosofia del metterci le mani, sempre e comunque: dalla meticolosa scelta dell’edizione alla precisa scelta di mettere le arcate parte per parte, senza mai un assistente musicale al suo fianco, dalle prove infinite e possibilmente aperte al pubblico sin dalla prima lettura, perché nulla fosse nascosto, nemmeno gli errori, di cui mai vergognarsi, perché sono parte necessaria del percorso; fino allo studio meticoloso della partitura, dei carteggi dell’autore, del milieu, un patrimonio di conoscenza da trasmettere e svelare sempre, a parole e nella potenza espressiva dell’orchestra perché “quando vuoi suonare tutti gli strumenti, allora devi dirigere l’orchestra”.
Così nel corredo fotografico e nelle interviste dialoganti con Relja Lukic, Giacomo Agazzini e il Quartetto d’Archi di Torino si ripercorre la lunga storia di un artista che ha vissuto cento vite, che nell’inesausta ricerca della perfezione si è consumato in ogni sperimentazione con un eclettismo rinascimentale, eroico nello sforzo, nella necessaria negazione del proprio passato ogni volta che sentiva la necessità di reinventarsi per andare oltre e ancora oltre, chiedendo ai suoi compagni di viaggio una dedizione infinita, un impegno che non conoscesse fatica o stanchezza, fino a quell’agognato podio. Un podio vissuto con una “responsabilità” etica rara e con una comunione così assoluta coi compagni, amici musicisti da poter consentire la replica delle sue adorate Metamorfosi di Richard Strauss a podio vuoto pochi mesi dopo la sua scomparsa.
Un ritratto umano e artistico che svelerà quelle radici nascoste, a cui ha dedicato musica e album in memoria del padre, e che oggi sono le radici della sua musica e della sua unicità intellettuale nel panorama musicale odierno.
Sony Classical ringrazia la famiglia Bosso e soprattutto Tommaso Bosso, amministratore del lascito intellettuale del Maestro, per il prezioso contributo iconografico inedito.)
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