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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2017
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Vincitore Premio Strega 1957
«Una piccola, criptica Achilleide resuscitata» – Cesare Garboli
Arturo, il guerresco ragazzo dal nome di una stella, vive in un'isola tra spiagge e scogliere, pago di sogni fantastici. Non si cura di vestiti né di cibi. È stato allevato con latte di capra. La vita per lui è promessa solo di imprese e di libertà assoluta. E ora ricorda. Queste sono le sue memorie, dall'idillio solitario alla scoperta della vita: l'amore, l'amicizia, il dolore, la disperazione. Secondo romanzo della Morante dopo Menzogna e sortilegio (1948), L'isola di Arturo confermò tutte le qualità della scrittrice romana: l'impasto di elementi realistici e fiabeschi, la forte suggestione del linguaggio. Arturo, come Elisa in Menzogna e sortilegio, «si porta addosso la croce di far parte non di un oggi ma di un sempre».
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Non vorrei fare troppo spoiler, tuttavia il finale non mi ha dato la sensazione di essere ricercato come lo è invece tutto il resto della narrazione. La Morante accompagna divinamente la crescita di Arturo, mostrandone ogni particolare fisico e sentimentale, trasportando il lettore ad una empatia tangibile nel corso del libro. Tuttavia col finale l’autrice sembra voler liquidare la sua creazione in una maniera che mi è parsa troppo drastica
Narrazione un po’ lenta per i miei gusti. Ciò nonostante la Morante riesce a ingaggiare il lettore che finisce per concludere il libro mosso dalla curiosità per il destino del protagonista
Uno dei classici della letteratura italiana da leggere almeno una volta nella vita, è un affresco di un ragazzo solitario che passa l'adolescenza in un villaggio di Procida con un padre assente e l'amore odio verso la matrigna.
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