Almudena Grandes è stata una scrittrice spagnola. Laureatasi in Storia e Geografia all'Università Complutense di Madrid, nel 1989 ha pubblicato il suo primo romanzo Le età di Lulù, tradotto in 19 lingue, che le è valso il Premio La sonrisa vertical. Da questo suo primo romanzo è stato tratto l'omonimo film diretto da Bigas Luna. Nel 1991 pubblica Ti chiamerò Venerdì, che però non ebbe grande successo. Riscontro di critica ebbe nel 1995 Malena un nome da Tango, portato al cinema da Gerardo Herrero. Un altro film a opera di Juan Vicente Córdoba viene tratto dalla raccolta di racconti Modelli di donna del 1997, anno in cui riceve in Italia il Premio Rossone d'oro. Nel 1998 ha pubblicato il romanzo Atlante di Geografia Umana, tradotto in Italia nel 2001. Escono in seguito Gli anni difficili (2003) e Troppo amore (2004) tradotti e pubblicati per la casa editrice Guanda. Sempre per questa casa editrice escono Cuore di ghiaccio (2008), Inés e l'allegria (2011) e La figlia ideale (2020).
Nella sua opera letteraria troviamo la città di Madrid e la vita famigliare della borghesia, ma Almudena Grandes evita discorsi morali, preferendo l'analisi interiore dei personaggi.
“Perdiamo una delle scrittrici di riferimento del nostro tempo“, ha scritto su Twitter il premier spagnolo Pedro Sanchez alla notizia della scomparsa.
In una intervista a Wuz la Grandes aveva raccontato come si svolgeva la sua scrittura:
"Lavoro sempre al mattino. Perché sono molto più intelligente al mattino che alla sera. L'ho scoperto anni fa. La notte mi piace uscire, andare a letto tardi, ma non posso lavorare perché mi addormento, anche di pomeriggio sono molto lenta; il mio momento migliore per scrivere è sicuramente il mattino. Lavoro tutti i giorni. Resto a tavolino poche ore, cinque o sei, perché scrivere mi stanca molto e dopo sei ore comincio a lavorare male, ho perso la tensione e così lascio lì. Non lavoro come il resto dei romanzieri che scrivono in fretta e poi correggono e ricorreggono. Scrivo lentamente perché se non mi piace una parola non la uso e vado alla ricerca di quella giusta. In un certo senso utilizzo la lingua come un poeta, non come un romanziere. Scrivo molto lentamente ed ho una produttività molto bassa, per questo i miei romanzi sono così distanti nel tempo."
Fonte immagine: Edizioni Guanda (c) Yuma Martellanz