Di famiglia culturalmente impegnata (il padre Léonor era un pittore allievo di David, e gli insegnò i rudimenti delle arti grafiche) si appassionò alla pittura fin da piccolo ma, per sua stessa ammissione, non fu mai un grande artista. Più successo ebbe nell'assorbire le passioni della madre, profonda amante della letteratura inglese e del gotico di Walter Scott. Portato per le lingue (a 16 anni parlava fluentemente inglese, spagnolo, greco, arabo e russo) gli fu consigliato di iscriversi alla facoltà di Diritto: ma invece di studiare legge, il giovane futuro letterato divorava Balzac e tutti i classici greci e latini. Il percorso era segnato: Mérimée decise di dedicarsi alla carriera letteraria. Amico personale di Stendhal e Turgenev, nei suoi scritti risuona l'influenza di Walter Scott e di Alexander Pushkin: appassionato di storia e misticismo, le ambientazioni dei suoi romanzi non sono quasi mai francesi, ma per lo più russe e spagnole. Grande viaggiatore e bohemien, fu uno dei primi traduttori di libri russi in francese, nonchè l'ideatore della novella Carmen (1845), musicata da Bizet trent'anni dopo. Protetto di Napoleone III e dell'Imperatrice Eugenia, morì a Cannes durante la guerra franco-prussiana, assistito da due governanti inglesi. L'anno dopo la sua morte ci fu la Comune di Parigi: casa e biblioteca di Prosper Mérimée vennero completamente distrutte. Tra le sue opere, per la maggior parte caratterizzate da un gusto macabro per il gotico, ricordiamo La Guzla (1827), La Jacquerie (1828), Cronaca del regno di Charles IX (1829), La carrozza del Santo Sacramento (1829), la raccolta di racconti Mosaïque (1833), Appunti di viaggio (1835-1840), La Venere d'Ille (1837), Colomba (1840), la già citata Carmen (1845), I falsi Demetrii (1852) e Lokis (1869). Uscirono postumi La camera blu (1872) e Lettere ad una sconosciuta (1874). In Italia le sue opere sono pubblicate da Mondadori, Adelphi, Sellerio e Donzelli, tra gli altri.