(Cortona, Arezzo, 1893 - Firenze 1952) scrittore e critico italiano. Fu redattore di «Pegaso» e «Pan», collaboratore del «Corriere della sera», consulente di case editrici: fece del proprio lavoro di giornalista letterario l’occasione per esercitare un magistero critico che si alimentava di viva curiosità verso tutti gli aspetti della letteratura contemporanea e si traduceva in un tono colloquiale fatto di osservazioni acute e originali. Legato a Papini in gioventù, poi partecipe della lezione dell’estetica crociana, se ne allontanò con la spregiudicatezza delle sue valutazioni dei contemporanei (per esempio, fu tra i primi a interessarsi all’esordio di A. Moravia). Raccolse i suoi interventi in numerosi volumi (Ragguagli di Parnaso, 1920; Scrittori italiani dal Carducci al D’Annunzio, 1937), che poi confluirono nelle 6 serie degli Scrittori d’oggi (1942-53). I suoi saggi su autori «classici» (Sacchetti, Aretino, Redi) sono riuniti nel volume Nel giardino di Candido (1950); i suoi racconti favolistici, vicini alla «prosa d’arte», in Esopo moderno (1930); le pagine di viaggio in Donne e buoi dei paesi tuoi (1934). Curò un’edizione dei Ricordi di Guicciardini (1950) e diresse per l’editore Le Monnier la «Collezione in ventiquattresimo», destinata ai testi più rari della letteratura italiana. Fu tra i direttori della collana «La letteratura italiana. Storia e testi» dell’editore Ricciardi.