Pietro Andrea Mattioli (Siena, 1501 – Trento 1578) è stato un medico e umanista. Ascritto tra i padri delle moderne scienze botaniche, le sue opere costituiscono una pietra miliare nel panorama della medicina erboristica dell’Europa del Cinquecento. Mattioli studiò medicina presso l’Università di Padova e, dopo aver praticato la professione a Roma e a Trento, si stabilì a Gorizia fino al 1555, al servizio dell’Arciducato d’Austria; in quel territorio ebbe modo di erborizzare e di condurre studi approfonditi sui testi antichi, in particolare sui cinque libri del De materia medica di Pedanio Dioscoride, botanico greco vissuto nel primo secolo. Si impegnò a redigere una traduzione del trattato, commentata, corretta filologicamente e riletta nell’ottica del sapere del suo tempo. Vide così la luce nel 1544 la sua opera princiaple, il Di Pedacio Dioscoride Anazarbeo Libri cinque. Della historia, et materia medicinale (Venezia, Niccolò de Bascarini), che riflettevano un panorama botanico arricchito dalle scoperte geografiche e dallo studio delle recenti opere dei naturalisti tedeschi Otto Brunfels e Leonhart Fuchs e degli italiani Ulisse Aldrovandi e Luca Ghini. Il trattato fu ristampato numerose volte con costanti miglioramenti, illustrato dalle immagini del pittore e disegnatore friulano Giorgio Liberale e dai più validi incisori dell’epoca.
Fra le numerose e fortunate edizioni, risulta particolarmente pregevole quella “a figure grandi” del 1568, stampata a Venezia dall'editore Valgrisi: solo un esemplare fu all’epoca affidato alla maestria del pittore botanico Gherardo Cibo, che lo colorò e lo arricchì con figure e paesaggi, trasformandolo in un'opera d'arte, oggi conservata presso la Biblioteca Alessandrina di Roma. Le centinaia di tavole che scandiscono quest’opera – scientifica e artistica al tempo stesso –, si impongono per l’accuratezza scientifica che evidenzia particolari essenziali per l’identificazione, e per la consumata sapienza compositiva con cui sono organizzate sul foglio le essenze vegetali, spesso corredate da fiori, bulbi e radici, oltre che per la raffinatezza con cui è trattato il lussureggiante fogliame. Dal 1555 Mattioli si trasferì a Praga, sempre alle dipendenze della famiglia reale Asburgo, dove rimase fino al 1571, quando si trasferì definitivamente a Trento. Lì morirà di peste nel 1577.