(Pallasmore, Longford, 1730 ca - Londra 1774) scrittore inglese. D’origine irlandese, studiò al Trinity College di Dublino e nelle università di Edimburgo e di Leida, dove seguì corsi di medicina. Stabilitosi a Londra nel 1756, si guadagnò da vivere come «forzato della penna», scrivendo qualsiasi cosa gli venisse richiesta. Divenuto amico di Samuel Johnson, entrò a far parte del suo circolo letterario. Tra gli scritti di vario argomento pubblicati da G. emergono i saggi usciti nel 1759 sul periodico «The Bee» (L’Ape), da lui interamente redatto; una Storia d’Inghilterra (The history of England, 1764) in forma epistolare; e le lettere poi raccolte nel volume Il cittadino del mondo (The citizen of the world, 1762), dove un presunto visitatore cinese commenta con amabile ironia i costumi e i vizi della società inglese. Ma il nome di G. è legato soprattutto al romanzo Il vicario di Wakefield (The vicar of Wakefield, 1766), tipica espressione del romanzo sentimentale settecentesco, con toni ora melodrammatici ora umoristici, e con l’inevitabile lieto fine moralistico. Doti di freschezza e di umorismo si ritrovano nelle sue poesie in distici eroici, raccolte in Il viaggiatore (The traveller, 1764) e Il villaggio abbandonato (The deserted village, 1770). Le due commedie di G., L’uomo di buon carattere (The good natured man, 1768) e Pur di conquistare si sottomette (She stoops to conquer, 1773), sono opere briose, ricche di situazioni comiche.