Marcel Proust è stato uno scrittore francese. Considerato da molti il più grande romanziere di tutti i tempi, il suo stile ha rappresentato uno dei traguardi irraggiungibili per ogni scrittore.
Esordì su alcune riviste legate al movimento simbolista. Nel 1896 uscì I piaceri e i giorni (Les plaisirs et le jours), raccolta di sofisticate prose d'occasione. Fra il 1896 e il 1904 lavorò a un romanzo che costituisce il primo abbozzo della sua opera maggiore e che fu pubblicato postumo con il titolo Jean Santeuil.
Nel 1906, in seguito alla morte del padre e della madre, si trasferì in un appartamento di Boulevard Haussmann, dove fece applicare alle pareti della sua stanza un rivestimento di sugaro per proteggersi da ogni rumore. Lì, isolato dal mondo, scrisse Alla ricerca del tempo perduto (A la recherche du temps perdu, 1913-1927), monumentale ciclo di sette romanzi (La strada di Swann, All'ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes, Sodoma e Gomorra, La fuggitiva, Albertine scomparsa e Il tempo ritrovato) al quale lavorò sino agli ultimi giorni di vita. L'opera ha una struttura assai complessa che l'autore stesso paragonò a quella di una grande cattedrale gotica. Si tratta della ricostruzione di una vita intesa come scoperta graduale del significato dela realtà attraverso la memoria, a partire da un evento minimo e casuale: l'episodio di un dolce chiamato "madelaine" che il protagonista riassapora per la prima volta dopo gli anni dell'infanzia e che gli riporta alla mente un intero periodo della sua vita. Nell'ultimo romanzo si avvertono echi dalla filosofia di Bergson e dalla sua teoria del "tempo creativo".
L'opera è anche un grandioso affresco della società francese agli inizi del secolo, rappresentata nei suoi molteplici e contraddittori aspetti e livelli.
Proust fu anche autore di una serie di scritti dedicati a scrittori e artisti dai quali emerge uno straordinario talento critico. Tra essi ricordiamo: Imitazioni e miscellanee (1919), Cronache (postume, 1927) e Contro Sainte-Beuve (postumo, 1954).
«Forse non ci sono giorni della nostra fanciullezza che abbiamo vissuto più pienamente di quelli che crediamo invece di aver trascorso senza viverli: cioè quelli trascorsi con un buon libro.»
Da: "Enciclopedia della Letteratura", Garzanti, 2004