Ippolito Nievo è stato uno scrittore e patriota italiano. Figlio di un magistrato della piccola nobiltà mantovana, e di una contessa friulana, nel 1848 si appassiona al programma democratico di Mazzini e Cattaneo e partecipa alla fallita insurrezione di Mantova. Per questo motivo, la famiglia lo allontana per un certo periodo dalla Lombardia e il giovane Nievo si trasferisce prima a Firenze e poi a Pisa. In Toscana entra in contatto con gli esponenti del partito democratico di Guerrazzi e probabilmente partecipa, nel 1849, ai moti risorgimentali di Livorno contro gli Austriaci.
Al suo ritorno si iscrive alla facoltà di legge all'Università di Pavia, e nel 1852 inizia l'attività di pubblicista nel quotidiano bresciano «La Sferza», collaborando anche con la rivista «L'Alchimista Friulano», dove pubblicherà alcune poesie.
Nel 1855, deluso dalla situazione politica italiana, si ritira a Colloredo di Montalbano, dove si si dedica alla produzione letteraria, iniziando a lavorare a Le confessioni d'un italiano. L’opera verrà pubblicata postuma nel 1867 dall'editore Le Monnier con il titolo rivisto Le confessioni di un ottuagenario.
Nel frattempo continua l'attività di pubblicista e si avvicina al giornalismo milanese collaborando al settimanale «Il Caffè».
Partecipa alla spedizione dei Mille salpando da Genova Quarto; distintosi nella battaglia di Calatafimi e a Palermo, viene premiato con il grado di colonnello. È stato anche attento cronista della spedizione (Diario della spedizione dal 5 al 28 maggio e Lettere garibaldine). Avendo ricevuto l'incarico di riportare dalla Sicilia i documenti amministrativi, s'imbarca nel 1861, ma morirà durante la navigazione da Palermo a Napoli, in un naufragio avvenuto al largo della costa sorrentina.