Giuseppe Cantillo è professore emerito di Filosofia morale nell’Università di Napoli Federico II e Presidente della Società italiana Karl Jaspers. Tra i suoi libri: Introduzione a Troeltsch (Roma-Bari 2004), Introduzione a Jaspers (Roma-Bari 2006, terza ed.), Natura umana e senso della storia (Napoli 2005), Con sé/Oltre sé. Ricerche di etica (Napoli 2009), L’istinto della ragione. Logica, vita, diritto in Hegel (Napoli 2012). La domanda sul soggetto Per Masullo la domanda sul soggetto, sulla soggettività vivente, porta a un’inchiesta sul mondo e sulla storia e la comprensione psicologica e fenomenologica diviene comprensione storica. Reale è la trama, la tessitura del sé e dell’altro, l’attraversamento del senso di sé e della conoscenza del mondo, come già lascia intendere, nel suo primo libro, l’enigma del nesso tra «intuizione» e «discorso». L’alterità del vissuto è una realtà addensata perché è lo spazio di una comprensione storica inter-linguistica. La scienza acquista, perciò, una funzione apparentemente dominante. E’ la trasformazione strutturale dei linguaggi scientifici che porta a pensare l’atto di vita e l’«attualità che resiste». Se la struttura è, nelle scienze, un concetto dominante per il quale un circolo unisce la parte e il tutto, dove il singolare acquista senso dall’appartenenza a una totalità o la parte è funzione del tutto, è pur vero che l’intero si fa funzione della parte quando il reale è preso nel vissuto o la soggettività vivente singolare si apre ad un campo. Malgrado il passaggio, nella tarda modernità, dal determinismo dei processi al coinvolgimento dell’atto di vita nel circolo della configurazione strutturale, il reale ripete la condizione del rischio e della perdita nel sentimento del «franare». Il vissuto corre il rischio di perdersi per l’invasività del presente e lo smarrimento di un futuro senza valore. La sparizione del mondo e la perdita della realtà è infatti la minaccia del nostro tempo, un tempo in cui il nichilismo – il «nichilismo reale» – non è la pratica della negazione ma è il sentirsi il nulla.