Nato da un amore illegittimo del padre, da piccolo viene mandato a Napoli a far pratica mercantesca; ma dopo un'infelice esperienza Boccaccio decide di dedicarsi completamente alle lettere sotto il consiglio delle più autorevoli figure della corte napoletana. La vita signorile della città angioina incide profondamente nella sua formazione. Decide così di scrivere romanzi d'amore dominati dalla figura femminile di Fiammetta, di cui Boccaccio è innamorato.
Nel 1340 viene costretto dal padre a ritornare a Firenze; tra difficoltà economiche continua a scrivere opere ed epistole. Questo duro contatto con le necessità della vita, gli apre la via a più dirette esperienze nella sua città. Si prepara a scrivere il Decameron, l'opera che corona le sue esperienze giovanili.
Dopo la morte di suo padre nel 1349, la sua notorietà letteraria gli permette di ricoprire alte cariche cittadine e inizialmente di far fronte alle necessità della sua famiglia, senza però trovare mai una duratura stabilità. In questi anni si avverte uno sviluppo morale, che Boccaccio trasmette nelle sue opere.
Nel 1350 si realizza un avvenimento capitale per lui e per l'umanesimo: il suo primo incontro, a Firenze, con Petrarca. Inizia così una viva amicizia che dura fino alla morte del poeta. Con il tempo, aiutato dal profondo cristinaesimo di Petrarca, Boccaccio compone in una solida coscienza religiosa la sua irrequietezza sentimentale della giovinezza. Nel 1360 riceve gli ordini e si occupa della cura delle anime.
Tra le altre opere ricordiamo Filocolo, Filostrato, Teseida, Caccia di Diana, Amorosa Visione, Il Corbaccio.