(Monaco 1914 - Berzona, Svizzera, 1980) scrittore tedesco. Durante il nazismo, nel 1933, subì il carcere a Dachau per la sua appartenenza al partito comunista. Narrò le sue esperienze di guerra sul fronte italiano in Le ciliegie della libertà (Die Kirschen der Freiheit, 1952), dove la sua scelta di disertare è presentata come il recupero della propria autonomia morale («L’estetica della resistenza non è altro che la resistenza dell’estetica», ha detto A. dell’intera sua opera). La libertà dell’uomo e la difficoltà di raggiungerla e mantenerla sono il tema di fondo dei romanzi Zanzibar (Sansibar oder der letzte Grund, 1957) e La rossa (Die Rote, 1960). In Efraim (1967) A. abbozza un ritratto dell’intellettuale nonconformista, mentre in Winterspelt (1974), di genere fantastorico, esalta l’immaginario tradimento di un ufficiale tedesco, che risolve con una pace anticipata l’offensiva tedesca delle Ardenne, nel 1944. Postumo è apparso il romanzo Il padre di un assassino (Vater eines Mörders, 1980).