Nome d'arte di C. Buchinsky, attore statunitense di origine lituana. In gioventù cambia diversi lavori (è stato anche minatore) prima di esordire in teatro e successivamente nel cinema. Attore dal volto segnato e dalla struttura fisica particolare (occhi azzurri e miti in netto contrasto con l'atteggiamento freddo e burbero), è ritenuto perfetto per le forti caratterizzazioni. Dopo l'esordio con Il comandante Johnny (1951) di H. Hathaway, gli viene cucito addosso il ruolo grintoso del giustiziere e del pistolero che propone con I magnifici sette (1960) di J. Sturges, Quella sporca dozzina (1967) di R. Aldrich, C'era una volta il West (1968) di S. Leone. Negli anni '70 e '80 il cliché del vendicatore viene esasperato in Il giustiziere della notte (1974, cui seguono altri quattro «episodi») e Professione giustiziere (1983) di J.L. Thompson, che lo fanno diventare uno degli attori più amati dal pubblico statunitense, ma gli impediscono di esprimere versatilità nelle sue interpretazioni. Unica eccezione è Lupo solitario (1991) dell'allora esordiente S. Penn, in cui interpreta il ruolo di un padre suicida.