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Anno edizione: 2013
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"L'isola di cemento" (titolo originale "Concrete Island") risale al 1974. La trama è estremamente semplice, ridotta all'osso: un guidatore esce di strada sfondando il guardrail e si ritrova con una gamba slogata ed impossibilitato a contattare chiunque. È intrappolato su un'enorme isola spartitraffico, circondato da immensi piloni di cemento e strade, strade, strade... ma nessuno può vederlo perché è molto al di sotto del piano strada. Nessuno lo cerca perché pensano sia scappato con la sua amante. Stando così le cose, comincia ad esplorare il luogo in cui è prigioniero, scoprendovi un microcosmo e anche dei "residenti", personaggi di confine, estremamente grotteschi, che lo renderanno parte del loro mondo al limite, senza aiutarlo ad andare via. E quando sarà guarito nemmeno lui vorrà più andare via, comprendendo che ciò che lo aspetta al di là di quei kilometri cubi di cemento è decisamente poco confortante.
James Ballard è uno degli autori più rappresentativi del XX secolo in quanto pone l'essere in relazione alle sue più profonde fantasmagorie. L'alienazione dell'uomo all'interno della società contemporanea fa da sfondo ad un romanzo moralmente apocalittico. Guardiamo la disavventura di Robert Maitland, in piena crisi coniugale che dopo un incidente automobilistico entra in contatto con due personaggi decisamente diversi, in un piccolo sterrato tra i cavalcavia londinesi. A tratti avvincente, a tratti freddo come una tomba, è un romanzo che si lascia leggere con linearità.
Recensioni
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