Il grande mare dei sargassi

Il romanzo è in prequel di Jane Eyre di Charlotte Bronte che racconta la storia della ricca ereditiera Antoniette prima moglie del signor Rochester. Se avete amato Jane Eyre vi consiglio questa lettura, molto scorrevole, sulla vita di questo personaggio Berta e di uno spaccato dell'epoca postcoloniale e che affronta temi come il razzismo, la deportazione e l’assimilazione.

Prequel spirituale di Jane Eyre, è in realtà un romanzo totalmente a sé stante e che affronta tematiche affini (come quelle del ruolo della donna) ma anche totalmente diverse. Ho apprezzato molto la descrizione della situazione sociale del luogo e del tempo in cui è ambientato il romanzo, e anche la trama, per quanto inceda lentamente, riesce a interessare. Chi si aspetta moltissimi rimandi al libro della Brontë resterà deluso, in quanto il libro si mantiene totalmente da solo ed è quasi totalmente distaccato dall’altro. Mi è piaciuta anche la crudezza generale presente nell’atmosfera del romanzo, e la brutalità delle descrizioni.

Pre-quel del sicuramente più noto Jane Eyre, questo romanzo ha per protagonista un personaggio là secondario, la moglie di Mr. Rochester, Bertha, la classica “pazza nella soffitta” di tanta letteratura vittoriana. In questo romanzo si assiste ad un ribaltamento: la protagonista è Bertha stessa, il cui nome è Antoinette, una creola nata e vissuta in Giamaica, una colonia inglese, un territorio in cui non riesce a trovare spazio, in cui è invisa agli indigeni per la sua provenienza ma anche ai coloni stessi perché lei tra gli indigeni è nata. Mr. Rochester, il cui nome non viene mai pronunciato quasi a volerne sottolineare la secondarietà, è costretto a sposarla perché secondogenito di famiglia inglese benestante a cui non spettano i privilegi di nascita del primo figlio. Mr. Rochester non ama Antoniette, non ama la sua terra natia selvaggia e misteriosa, la spersonalizza, teme che abbia ereditato la tara genetica della follia insita già nella madre di lei, pian piano la trasforma nel personaggio che troviamo in Jane Eyre. Bel romanzo, ben scritto, aitipico nel voler dare una voce ad un personaggio che altrimenti non l’avrebbe, fortemente femminista e anticoloniale.