L' età dell'innocenza. Ediz. integrale

Conosco ed apprezzo la Wharton di cui ho letto altre opere ma, con "L'età dell'innocenza", mi sono fatta veramente un regalo. Ho visto e rivisto il bellissimo film di diversi anni fa, tratto dal libro e mi è sfilato davanti agli occhi mentre percorrevo le pagine del romanzo : le descrizioni dell'ambiente e dei personaggi, tutto perfetto. Anche in questo caso confesso che, pur conoscendo la trama parola per parola, come conosco il film sequenza per sequenza, mi sono trovata infantilmente a sperare nel miracolo di un finale diverso pur riconoscendo che quello trovato dall'autrice sia assolutamente il migliore possibile.

Conosco ed apprezzo la Wharton di cui ho letto altre opere ma, con "L'età dell'innocenza", mi sono fatta veramente un regalo. Ho visto e rivisto il bellissimo film di diversi anni fa, tratto dal libro e mi è sfilato davanti agli occhi mentre percorrevo le pagine del romanzo : le descrizioni dell'ambiente e dei personaggi, tutto perfetto. Anche in questo caso confesso che, pur conoscendo la trama parola per parola, come conosco il film sequenza per sequenza, mi sono trovata infantilmente a sperare nel miracolo di un finale diverso pur riconoscendo che quello trovato dall'autrice sia assolutamente il migliore possibile.

Sinceramente mi aspettavo di più. Si tratta della storia d'amore tra la contessa Ellen Olenska e Archer Newland (il promesso sposo, e poi marito, di May, la cugina di Ellen). Ellen ritorna a New York, dopo un matrimonio burrascoso in cui ha lasciato il marito, per trovare affetti nella famiglia che abita in questa città piena di pregiudizi, di falsità, di belle apparenze ma di ipocrisia e persone finte perbeniste, ricca soprattutto di tradizioni inviolabili che impongono comportamenti scorretti moralmente ma che sono visti come obblighi comportamentali. Questa è la società che la Warthon ci vuole descrivere, alla quale contrappone la bella contessa e l'amore che si crea tra i due protagonisti. Ellen rappresenta tutto ciò che a New York "non sta bene fare", va contro i pregiudizi e contro le regole comportamentali che sono di uso nella la buona società, per questo viene esclusa e criticata dalla sua stessa famiglia che vuole che ritorni dal marito, potendo contare solo sull'appoggio del cugino Newland. Newland è un importante avvocato di New York che ha sempre rispettato le regole fino a quando non incontra la contessa: capisce che la realtà in cui vive è piena di falsità, di mogli che aspettano a casa il marito fingendo di non sapere che si trova con un'altra donna, di sottomissioni da parte delle mogli, di balli e serate importanti che sotto sotto celano sempre un aspetto ambiguo. E, su questo punto, se ne renderà conto durande la cena che la moglie darà per la partenza di Ellen: dietro i visi sorridenti degli ospiti, della cortesia di sua moglie May, e dei discorsi che si verranno a creare, capirà che tutti lo credono l'amante della contessa. Ho trovato in May, la moglie di Newland, un personaggio veramente "Newyorkese" : innanzitutto falsa, che in apparenza si sottomette al volere del marito ma in realtà facendo finta di niente lo costringe quasi a scegliere sempre lei, e soprattutto ho pensato "ma che cavolo..." (per dirlo finemente) nei momento in cui lui prova a parlarle di Ellen e lei ha sempre qualche asso nella manica importante che non permette a lui, visto i buoni costumi e le regole di società, di lasciarla e raggiungere l'amore della sua vita.(Soprattutto quando dice al marito di essere incinta, e di averlo detto in precedenza alla contessa) Diciamo che la lettura non l'ho trovata troppo scorrevole, né il romanzo mi ha preso puù di tanto, tra l'altro mi aspettavo (cioè lo sapevo già però...) che ci fosse un lieto fine, che dopo 26 anni si concludesse davvero qualcosa. Ma la Warthon non ci concede neanche questo, per spiegarci cosa?Che forse la buona società alla fine ha anche qualcosa di positivo?Bah...