Scrittore giapponese e Premio Nobel per la letteratura nel 1968.
Studiò lettere a Tokyo e fu tra i principali promotori della Shinkankakuha («scuola delle nuove sensazioni»), movimento che si proponeva di cogliere la realtà attraverso l’immediatezza delle sensazioni. Dopo una serie di racconti brevi (una costante nella carriera di K.; poi raccolti negli ineffabili Racconti in un palmo di mano, 1924-63) e di saggi critici, che lo segnalarono per la sua posizione di avanguardia, pubblicò nel 1926 La danzatrice di Izu, seguito da altri capolavori come Il paese delle nevi (1937-48) e Mille gru (1949-51). Lo spirito di K., profondamente lirico e contemplativo, radicato nel buddhismo giapponese, si manifesta attraverso l’allusione, l’atmosfera rarefatta, lo stile limpido e ispirato e la costante evocazione della natura e di presenze femminili – l’adolescente danzatrice di Izu, la geisha Komako e la bellissima e misteriosa Yòko del Paese delle nevi –, figure insieme sublimi e dolorose, emblematiche della sua visione mistica. L’irruzione della civiltà americana in Giappone spinse K. alla ricerca dei valori tradizionali in Il suono della montagna (1949-54). Vennero poi La casa delle belle addormentate (1960-61), opera di leggiadro erotismo, e Koto (1961-62), che ha per protagonista l’antica capitale Kyoto. In seguito K. si dedicò prevalentemente alla saggistica e alla critica letteraria. Morì suicida.