Donald Barthelme è stato uno scrittore statunitense. Tra i più significativi rappresentanti della narrativa postmoderna, ha mutuato dalla pop art le tecniche dei suoi collages di materiali eterogenei, di frammenti e detriti linguistici sullo sfondo di surreali paesaggi urbani. I racconti di Ritorna, Dr. Caligari (Come back, Dr. Caligari, 1964), Atti innaturali, pratiche innominabili (Unspeakable practices, unnatural acts, 1968), Vita di città (City life, 1970, nt), Tristezza (Sadness, 1972, nt), Amanti (Amateurs, 1976, nt), Sessanta storie (Sixty stories, 1981, nt) sono ironiche rivelazioni dell’assurdo e dei terrori che la civiltà tecnologica, in pace e in guerra, cela sotto etichette rassicuranti. In Biancaneve (Snow White, 1967) e Il padre morto (The dead father, 1975) i modelli della fiaba e del mito, già adulterati dalla cultura di massa, vengono ulteriormente frantumati e reinventati a comporre una realtà alternativa: un fantasmagorico specchio in cui si riflettono, distorti, codici, mode, manie d’oggi. Visionarie immagini di città riappaiono nel più recente Di notte verso molte città lontane (Overnight to many distant cities, 1983, nt), al quale hanno fatto seguito Paradiso (Paradise, 1986, nt) e, postumo, il breve romanzo comico Il re (The king, 1991, nt).