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«Come? L'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?»
«Questo scritto, che non arriva a 150 pagine, sereno e fatale nell'intonazione – un demone che ride – è, fra i libri, una vera eccezione: non c'è nulla di più sostanzioso, di più indipendente, di più rivoluzionario: di più cattivo. Se ci si vuole fare rapidamente un'idea del modo in cui erano capovolte tutte le cose, prima di me, si cominci da questo scritto.» Legato a L'Anticristo, tanto da poter essere considerato una sorta di preambolo o antefatto di sviluppo, Il crepuscolo degli idoli continua a trattare il concetto di costruzione ingannevole della realtà, la millenaria opera menzognera attraverso la quale il mondo "vero" è stato trasformato in mito, la vita naturale mistificata attraverso falsi ideali. Ciò, secondo Nietzsche, ha generato la cosiddetta "decadenza", la misura moderna di ogni manifestazione morale e intellettuale nella quale l'uomo vive e di cui si alimenta. Gli idoli sono dunque le vecchie verità cui gli uomini hanno creduto sinora, mentre il "crepuscolo" è l'avvicinarsi della loro fine. Con il suo gioco guerresco e teatrale Nietzsche si propone di aggirare, auscultare e rovesciare definitivamente tutti quegli "idoli" che accompagnano la nostra storia.
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Sembra sia un continuo gioco di contraddizioni, in cui l'autore da un lato toglie e dall'altro ti dà. In proposito, sottolineo come prenda nette posizioni in favore o contro alcuni filosofi, smontando pezzo dopo pezzo le loro ferree convinzioni, o esaltandole e sviluppandone il pensiero. Per esempio, in alcuni momenti ho avuto la sensazione che fosse dentro e fuori il suo stesso contesto sociale, come se, a seconda dei casi, potesse rifiutarlo, opporsi, o tutti e due. Per esempio, ho trovato interessante le riflessioni relative la confusione tra causa-effetto che potremmo avere, o ancora circa i motivi che dovrebbero tenerci lontani dall'esaltazione di una fede pressoché volubile e alterata dalla presenza di saggi, santoni, che nei fatti vincolano l'essere umano alla perdita di fede stessa, "castrandolo", nonchè le critiche rivolte ad una società standardizzata, che nonostante i propri eccessi, non riesce comunque ad abbracciare il vero senso di libertà. Forse, come dicevo all'inizio, la lettura ha un suo perché dal momento in cui non riteniamo che abbia l'obiettivo di guidarci in ciò che è giusto, o sbagliato, piuttosto nel mettere in discussione il nostro sapere rendendolo spoglio e fortemente giudicabile.
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