Compositore polacco. Dopo aver studiato a Varsavia e a Minsk, si perfezionò in composizione a Berlino. Trasferitosi a Vilna, fu direttore d'orchestra, organista e didatta, e si dedicò allo studio del canto slavo. La rappresentazione della sua seconda opera, Halka (1848), vietata dalla censura zarista per il suo contenuto patriottico e avvenuta soltanto nel 1858 a Varsavia, gli diede in patria un'immensa popolarità. Nello stesso anno conobbe Liszt e Smetana. Nel 1862 si recò a Parigi, dove frequentò Gounod e Auber ed ebbe l'ammirazione e l'appoggio di Rossini. Fu inoltre in stretti rapporti d'amicizia con Chopin, che incitò più di una volta a scrivere anche per il teatro. M. è considerato il fondatore dell'opera nazionale polacca: egli seppe svincolarsi dall'impronta italianizzante dei suoi predecessori per attingere ai ritmi e alle melodie popolari, e utilizzò soggetti storici e leggendari di acceso contenuto sociale e politico, tanto che alcune delle sue opere svolsero un'autentica funzione rivoluzionaria nel risorgimento polacco. Il suo stile musicale esercitò una notevole influenza su Cajkovskij e su altri musicisti romantici della fine dell'Ottocento, come il connazionale Szymanowski. Tra le sue opere, ancora oggi eseguite in Polonia, si ricordano, oltre a Halka, La contessa (1860), Il castello dei fantasmi (1865), Paria (1869). Notevole la sua produzione di musica da camera, pianistica e vocale (oltre 300 liriche). Scrisse anche alcune operette e varie pagine di musica sinfonica e sacra.