Compositore e teorico musicale francese. Figlio d'un organista, si dedicò interamente alla musica soltanto a partire dal 1701, anno nel quale compì un viaggio in Italia, soggiornando a Milano. Nel 1702 fu attivo prima ad Avignone poi a Clermont-Ferrand in qualità di maestro di cappella o di organista, già appassionandosi agli studi teorici. Trasferitosi a Parigi nel 1706, vi pubblicò lo stesso anno il suo Primo libro di composizioni cembalistiche (Pièces de clavecin). Tre anni dopo fu nominato organista nella chiesa di Notre-Dame di Digione; nel 1713 ebbe analogo incarico a Lione, nel 1716 nuovamente a Clermont-Ferrand. L'ambiente parigino, a lui dapprima ostile, accolse favorevolmente la pubblicazione, nel 1722, del suo Traité de l'harmonie réduite à ses principes naturels (Trattato dell'armonia ridotta ai suoi principi naturali); ne nacquero tuttavia agitate polemiche, ma R. poté comunque coronare il sogno di stabilirsi a Parigi. Nel 1726 pubblicò il Nuovo sistema di musica teorica. L'apprezzamento di cui egli era oggetto continuava ad essere limitato al campo teorico; come compositore, nonostante la presentazione nel 1724 della sua seconda raccolta clavicembalistica, Pièces de clavecin con un metodo sulla meccanica delle dita, non riusciva a ottenere il successo sperato. Difficile gli risultava inserirsi nell'attività teatrale, l'unica che avrebbe potuto consentirgli il favore del pubblico. Poi, improvvisamente, venne l'offerta del La Pouplinière, che lo chiamò a dirigere la sua orchestra privata (1731); presentato a Voltaire, questi gli propose un libretto d'opera, il Sansone, che R. subito si accinse a musicare. L'opera venne proibita dalla censura, ma il ghiaccio era ormai rotto: Hippolyte et Aricie (Ippolito e Aricia, 1733) segnò l'esordio di R. in campo teatrale; seguirono Les Indes galantes (1735) e Castor et Pollux (1737). L'indirizzo melodrammatico di R. rompeva con la salda tradizione lulliana, e le polemiche fra lullisti e ramisti raggiunsero una grande asprezza, toccando il culmine a proposito di Dardanus (1739). Deluso, per alcuni anni R. abbandonò il teatro e si immerse nuovamente nello studio teorico. Vi tornò nel 1745 con La princesse de Navarre (testo di Voltaire), per trovarsi coinvolto in altre polemiche con l'opera quasi comica Platée (1745), con Pygmalion e Zoroastro (una delle prime opere a soggetto massonico, 1749) e per divenire, infine, uno dei protagonisti della famosa «querelle» (1752) fra i difensori dell'opera italiana (buffonisti, difesi dagli enciclopedisti) e i paladini dell'opera francese (ramisti). Musicista fra i più grandi del secolo, R. segna una tappa fondamentale nella storia del melodramma, di cui incarna la fase che si potrebbe dire illuminista: solenne e ampia cantabilità (con arie, ariosi e recitativi che mirano a compenetrarsi e a distendersi in declamato), orchestrazione espressiva e pittorica, taglio drammatico, partecipazione vitale del coro, bizzarrie e imprevedibili innesti di maniere extra-teatrali. Cultore, essenzialmente, dei generi della tragédie-lyrique e dell'opéra-ballet, oltre che del semplice balletto, compose una trentina di lavori teatrali. Ma è importante anche la sua produzione nel settore strumentale: tre libri di pezzi per clavicembalo (con le due raccolte citate va ricordata quella delle Nuove suites, 1728), nel gusto in parte descrittivo tipico della scuola francese e in molti tratti anche più evoluto di quello di Couperin, oltre a 6 Pezzi di clavicembalo in concerto, con un violino o un flauto, e una viola o un secondo violino (1741), di minore significato, a 4 mottetti sacri e 8 cantate profane. Non secondaria, ma almeno pari a quella creativa fu l'attività di R. in campo teorico; in aggiunta ai trattati già citati si devono ricordare il trattato teorico-pratico Génération harmonique (Generazione armonica, 1737) e vari altri scritti di minor mole. Principio base della teoria di R. è il cosiddetto centro armonico, il suono fondamentale dal quale scaturiscono tutti i suoni componenti un dato accordo o un suo rivolto. Secondo R., la melodia è una conseguenza dell'armonia e questa trova le proprie leggi nei principi naturali che regolano la successione dei suoni armonici. Codificatore coerente della tonalità in senso moderno, R. è considerato tra i maggiori teorici dell'età classica.