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Anno edizione: 2018
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Primo libro (e per adesso unico) libro che ho letto di Tom Clancy. Scrittura scorrevole e trama avvincente. Interessante anche la cura dei dettagli impiegata dall'autore per le descrizioni del sottomarino e delle apparecchiature militari. Consigliato per chi è un amante dei thriller in cui c'è anche una spiccata componente militare. Voto 4 stelle e mezzo
L’esordio da 600 pagine di Tom Clancy è il capolavoro della spy-story: Caccia a Ottobre Rosso. Un romanzo preceduto solo dalla sua fama, e da quella del film da esso derivato. L’intrigo (fanta)politico, egregiamente scandito da colpi di scena e suspence alle stelle, si dipana nella partita a battaglia navale fra le due superpotenze atomiche Russia e America. Un duello di portata immane quello che mette a confronto le tattiche militari delle due superpotenze e al contempo “minimo” quello fra intelligenze individuali che si combattono negli ambienti claustrofobici dei sottomarini. Thomas “Tom” Clancy non ha intrapreso l’amata carriera militare per colpa di una gravissima miopia. Non gli è rimasto altro da fare che conseguire una laurea in Lettere e lavorare da tristo assicuratore: unica pubblicazione a curriculum un articolo tecnico per rivista specializzata. Fin quando nel 1977 Clancy non si imbatte nel trafiletto riportante la tentata diserzione da parte di una fregata russa in Svezia. Pochi anni dopo questa suggestione si trasforma nel suo romanzo più celebrato. Grazie alle insistenze della editor Deborah Grosvenor, Caccia a Ottobre Rosso viene dapprincipio dato alle stampe dalla Naval Institute Press, piccola casa editrice specializzata che non aveva mai pubblicato narrativa prima d’allora. Il resto è storia. Qui non si scomoda il termine capolavoro per nulla. Capolavoro anzitutto perché apripista: “uccide” la precedente spy-story alla James Bond e l’eroe muscolare di stampo reaganiano incarnato in quegli anni da Stallone e Schwarzenegger; e fa nascere il genere del techno-thriller insieme ai suoi protagonisti più cervellotici. Proprio il Presidente Ronald Reagan, in un’intervista, disse di star leggendo il romanzo e di non riuscire a smettere. Un endorsement di tutto rispetto che negli anni ha portato Caccia a Ottobre Rosso a vendere oltre sessanta milioni di copie. Una cosa che era sempre mancata ai precedenti libri spionistici e d’azione era proprio la caratterizzazione psicologica dei suoi protagonisti: il protagonista Jack Ryan è l’esatto opposto dello stereotipo. Non deve nemmeno vedersela con un villain da fumetto, ma con un personaggio all’altezza del comandante Ramius, tratteggiato in maniera più realistica del vero. La divisione dei capitoli è temporale (ogni capitolo è un giorno diverso), la divisione dei paragrafi interni è geografica (ogni paragrafo ha un’ambientazione differente). Seguiamo giorno per giorno (da venerdì 3 a lunedì 20 dicembre) il pazzesco viaggio del sottomarino comandato da Mark Ramius, figlio di quel celebre Aleksandr Ramius divenuto eroe della patria nonostante i natali lituani. Ramius, grande-russo per parte di madre (e lituano, come detto, per parte di padre), guida l’Ottobre Rosso: il sommergibile nucleare sovietico che deve il suo nome al glorioso mese della Rivoluzione. Sebbene di classe Tyhpoon, un avveniristico dispositivo senza eliche lo fa muovere silenziosamente, quasi invisibile persino ai sonar nemici. Ramius è il migliore ufficiale della Marina sovietica, per il Partito è un membro fedele: in realtà è molto di più, larger than life, uno di quegli uomini infallibili e terribili, adorato dai soldati che ha scelto personalmente dopo anni di addestramento. Ramius ha il “difetto” di pensare da individuo: deluso da come l’arretrato sistema medico della Madre Russia sia complice della morte della sua amata moglie Natalia Bogdanova, prima ha fregato il Partito parlando a pappagallo, poi sottraendogli il suo più pericoloso e futuristico sottomarino...
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