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Racconto esperienziale dove la passione e la curiosità dell'educare scoprono i sentimenti di amicizia e solidarietà. Brevissimo racconto, intenso, semplice.
poche pagine da cui emerge la passione educativa, pur in un ambiente ostico. LA BLLEZZA, NONOSTANTE tutto, si può trovare ovunque! unica pecca: non si riesce a scaricare il docusound!!
Un libro di piccole dimensioni, di poche pagine, anche, con un titolo importante La bellezza nonostante –più un audio documentario Per voce sola scaricabile con password. Il nonostante si condivide vedendo le fotografie che sono all’interno delle pagine, che sanno di ambienti non curati, di campi da gioco in stato di abbandono, di mura colpite a mazzate, di solitarie scritte in arabo sulle pareti, della copertina stessa che è un intonaco a pezzi. Le stanze, la palestra, sono del Ferrante Aporti di Torino, e allora di nuovo non torna la parola bellezza: chi è dentro fa fatica ad andare oltre all’idea di sopravvivenza quel giorno lì, quella settimana, quel tempo in attesa del processo, della sentenza e poi chissà... Si ha l’impressione, si pensa che chi deve sopravvivere in un ambiente così, con un provvedimento alle spalle, a meno di diciotto anni, pensi a tutto meno che alla bellezza, forse la bellezza non serve neppure a niente in quella situazione, perché bisognerebbe, in virtù di qualche cosa o di qualcuno, riuscire ad alzare la testa e vedere o pensare di vedere oltre, ma al Ferrante quell’oltre è solo un esile atto di speranza. Ma c’è un maestro, Mario, che è da trent’anni nel carcere minorile, e che cerca o magari solo spera di intravedere delle risorse nuove nei pensieri dei ragazzi, una specie di ricerca quasi inconsapevole di un chiaroscuro che si vede-non-si-vede nelle azioni piene di rabbia, nelle confidenze e nei fatti che si ascoltano nelle interviste. La bellezza, in carcere è un carotaggio dell’anima, reciproco, si legge in quarta di copertina. L’affondare di una trivella per vedere cosa c’è dentro, riconoscere che lì c’è qualcosa di nuovo, anche se ancora senza nome. Nel libro si dice che la bellezza in carcere è solidarietà, è l’ultima sigaretta passata tra tutti per un tiro... Il corrispondere a una domanda, riconoscere che lì c’è qualche cosa di vero, c’è, non può non esserci e questo corrispondere avviene spontaneamente e liberamente. Il maestro saprà cogliere, nel flusso degli arrivi e nella diversità delle provenienze, la vitalità nascosta che l’abitudine di un lavoro potrebbe richiudere in gabbia, proverà a cogliere la vitalità che si chiama bellezza. eedovano@libero.it
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