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Anno edizione: 2020
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Eroe sbagliato, misantropo e appassionato, il professor Zeno Schirripa combatte il male con l’unica arma di un ostinato rifiuto di ogni comoda ambiguità. Perché sa fin troppo bene che uno stesso veleno può inquinare molte cose: la terra, l’acqua, le prove, le menti. E l’amore.
Due anni fa si è dimesso dalla polizia per diventare insegnante di italiano: Zeno Schirripa credeva di averle già fatte, le sue scelte difficili. Ma la più difficile deve ancora venire, dato che uno dei suoi studenti rischia di ritrovarsi sospettato di omicidio. E nemmeno un omicidio qualunque, bensì quello di un pezzo grosso della Natural Power, la società di smaltimento rifiuti più importante della regione, sui cui loschi affari Zeno ha indagato invano per anni. Perché Giovanni, diciottenne ombroso, è sparito subito dopo il delitto? Perché i suoi genitori, che dicono di essere in vacanza in Abruzzo, non sembrano affatto preoccupati? È per rispondere a queste domande, più che per amore della giustizia, che Schirripa decide di aiutare nelle indagini il nuovo commissario, il suo ex sodale Vincenzo Grillo. Poliziotto rigoroso ma perseguitato da strane visioni, Grillo è l’unico a dar credito alle intuizioni di Zeno, al punto da rischiare la carriera per seguirle. Scoprirà così che la chiave del caso non si trova nell’abitazione della bella Maddalena, attivista ambientalista, ma nella mente di suo figlio Agostino, che da quando il padre se n’è andato si rifiuta di parlare. Ed è solo la prima di molte rivelazioni.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un'opera prima che ci porta con sapienza nel mondo del protagonista, regalandoci risate e tenendoci con il fiato sospeso. Da leggere subito!
Il libro di esordio di Tommaso Pagano (magistrato a Siracusa originario di Genova) "Il bambino che disegnava le anime" (Solferino) è un giallo che "prende" ma anche che sorprende, scritto con maestria e creatività. Zeno Schirripa è un ex commissario, ora professore supplente dedito al suo orto "bio" e con un'innegabile propensione a bere, aiutato nella prima passione dal suo coinquilino sudanese e caduto invece nella prima a causa della fine di una storia d'amore e della disillusione del suo lavoro. Zeno non ne vorrebbe più sapere di indagini ma l'affetto nei confronti di due studenti e, in fondo, un po' di astinenza dall'adrenalina, lo porteranno di nuovo a lavorare fianco a fianco al suo ex collega Grillo, ora commissario e capo di quella che era stata la squadra di Schirripa. Zeno si troverà quindi suo malgrado a districare una matassa di enigmi tra mafia, classe dirigente di una zona industriale che non guarda in faccia nessuno, insabbiamenti, centri sociali con dimenticabili cene crudiste e, forse, spiragli di amore e felicità. La storia procede alternando indimenticabili momenti comici, riferimenti letterari classici e riflessioni critiche sulla società attuale, prima più lentamente lasciandoci assaporare le descrizioni e la poesia per poi accelerare a sorpresa e rapirci senza possibilità di fuga, travolgendoci nelle rapide dell'intreccio, fino ad una cascata finale che toglie il fiato, dove ogni aspetto, anche i dettagli, trovano una spiegazione. Molti personaggi sono ben dipinti ed accattivanti (alcuni più machiettistici altri più approfonditi), a partire dal protagonista e dal suo amico Grillo, per la verità comprimario: molto diversi tra loro, hanno tuttavia qualcosa che li accomuna e li unisce, quasi a rappresentare due anime e due personalità della stessa persona. I personaggi femminili appaiono un po' più deboli e sembrano solo aspettare, in fondo, di essere salvati ma hanno comunque ruoli centrali e funzionano bene nel disegno generale. Insomma, un giallo che coinvolge come i classici ma sorprende per sprazzi inattesi di originalità e luoghi, situazioni e immagini non comuni. Un libro da leggere ed assaporare nei dettagli, vincendo l'istinto di divorarlo saltando righe o riflessioni solo per conoscerne la fine, nella speranza che esca presto un seguito.
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