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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
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Fra storia e leggenda, finzione e verità, Mixtli l'Azteco ci racconta in prima persona la sua avventurosa vicenda personale e, insieme, l'affascinante civiltà che ebbe la sua culla in quella parte della Terra che gli antichi Aztechi chiamavano l'Unico Mondo. Assistiamo con lui a barbari massacri e alla gloria delle Guerre dei Fiori, alle bandiere di piume che sventolano su Tenochtitlàn, a storie perverse di sangue e passione fino all'arrivo di Hernàn Cortés. Un libro per viaggiare in luoghi sconosciuti e tempi lontani.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Avevo letto la trama molti anni fa, ma devo averla confusa con un altra che lessi nella stessa occasione, però non mi pento di aver annotato il titolo. Un librone degno di essere letto, che nonostante le molte disgrazie che sono capitate a questo azteco e il modo in cui si è conclusa la sua vita lascino l'amaro in bocca, mi ha emozionato in più punti. Immagino che molte vite siano come la sua, piena di alti e bassi, il che mi porta a pensare se non sia una storia vera. In fondo le date sono abbastanza precise, non potrebbe essere il vero racconto dell'ultimo vero azteco della propria vita prima che questa finisse? Ho cercato informazioni al riguardo e sembra che l'azteco protagonista sia solo un invenzione dell'autore che però è molto preparato sull'argomento, pertanto confido che le cose narrate siano presso che veritiere... I sacrifici, i nomi dei molti dei e di come venivano adorati nell'Unico Mondo non sono frutti di fantasia e mi piace pensare che anche il modo in cui Cortès conquistò il territorio non sia frutto della fantasia dell'autore per adattare il tutto alla narrazione. Non mi riesce difficile credere che vinse il premio bancarella più di 30 anni fa e credo che prima o poi leggerò anche gli altri libri dell'autore. Ci è mancato poco che mi mettessi a piangere sulle ultime pagine, quando si è reso conto di aver sprecato anni della sua vita con Bèu e devo dire che temevo non si rendesse mai conto di quanto sia stato cieco e idiota nei suoi confronti. Si, un libro che lascia decisamente con l'amaro in bocca, ma che a distanza di mesi o anni rileggerei comunque.
Dovete essere pronti a leggere più di 900 pagine. Ma fin dalla prima, sarete trascinati senza rendervi conto dentro una storia che non sembra nata dall'immaginazione. Le ambientazioni, le descrizioni dei luoghi, le abitudini dei personaggi portano il libro ad un livello di dossier "universitario" sulla Storia Azteca più che come un "semplice" romanzo storico. E comunque ti accattiva, ti coinvolge, ti strugge (per la forte crudeltà di certe scene) fino l'inverosimile. E' Il libro è "soltanto" la raccolta delle lettere scritte da un vescovo al Re di Spagna dove trascrive la vita, il pensieri e i sentimenti di un Azteco, fatto prigioniero e dopo, cruentemente interrogato per cercare di "convertirlo" all'unica Fede possibile. Azteco fortunato e sfortunato nella sua vita fino l'eccesso, che vide lo splendore e la caduta e distruzione di un Impero con l'arrivo degli europei alle coste messicane.
L'azteco è uno di quei romanzi che non dovrebbero mai mancare nella propria libreria. Autentico capolavoro di stile, ricchezza di trama e realismo, con una precisione storica che rasenta la maniacalità, elemento che conferisce verosimiglianza assoluta alla trama. Jennings affronta temi scomodissimi come il sesso, l'omosessualità, l'incesto e i sacrifici umani rendendo un quadro estremamente privo di giudizi. Capolavoro imperdibile.
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