L' avversario

Il primo libro letto di Carrère, il primo libro che ho amato di Carrère. Conosciuto in modo indiretto (in quanto ne parlava Zerocalcare in "Scheletri") confesso di aver avuto molta paura ad iniziarlo, perché temevo che i dettagli scabrosi e inquietanti mi avrebbero perseguitata per giorni. È stato proprio così, ma posso dire che nonostante l'orrore (vero) questo libro mi ha fatto capire molte cose, tra cui: non saprai MAI come sono le persone e cosa pensano realmente, quindi è facile cadere nella sottovalutazione (o nella sopravvalutazione, come nel caso specifico di Jean-Claude Romand, il protagonista). O forse dovrei dire che il protagonista vero si celi nella "a" maiuscola che cambia notevolmente il significato del romanzo e di tutta la storia narrata... lo consiglio caldamente

Sin dalle prime pagine il libro parla della vicenda in modo Franco, senza nasconderne i risvolti agghiaccianti. Tuttavia, Carrère riesce a ripercorrere la storia del protagonista in modo avvincente e con una tensione crescente. Molto interessante anche la valutazione morale che da di se stesso in quanto autore del libro. Decisamente consigliato come lettura veloce ma non leggera.

Una storia (vera) che sembra impossibile. Viaggio all'interno di una psiche contorta che Carrère, con la sua grande sensibilità, riporta in maniera perfettamente neutrale. Un folle gesto durato una vita, impossibile non accorgersi della menzogna, da rimanere col fiato sospeso fino all'ultima pagina.