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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2020
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Dante è il poeta che inventò l'Italia. Non ci ha dato soltanto una lingua; ci ha dato soprattutto un'idea di noi stessi e del nostro Paese. Aldo Cazzullo ha scritto il romanzo della Divina Commedia. Ha ricostruito parola per parola il viaggio di Dante nell'Inferno. Gli incontri più noti, da Ulisse al conte Ugolino. E i tanti personaggi maledetti ma grandiosi che abbiamo dimenticato: la fierezza di Farinata degli Uberti, la bestialità di Vanni Fucci, la saggezza di Brunetto Latini, la malvagità di Filippo Argenti. Nello stesso tempo, Cazzullo racconta – con frequenti incursioni nella storia e nell'attualità – l'altro viaggio di Dante: quello in Italia. Dante è severo con i compatrioti. Denuncia i politici corrotti, i Papi simoniaci, i banchieri ladri, gli usurai, e tutti coloro che antepongono l'interesse privato a quello pubblico. Ma contemporaneamente esalta la nostra umanità e la nostra capacità di resistere e rinascere dopo le sventure, le guerre, le epidemie; sino a «riveder le stelle».
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Lasciamo ripassare la Divina Commedia, anche con tocco divulgativo, a chi la conosce bene. Scrittura scorrevole, certo. Tuttavia, descrizioni un po’ tirate via. In alcuni punti siamo difronte ad un guazzabuglio di personaggi da perdersi. C’è di meglio in giro.
È una commedia nella commedia, un viaggio nel viaggio, col primo che contestualizza, senza filtri, il secondo: l'Autore ci accompagna, come Virgilio con Dante, a distanza di sette secoli, in un viaggio che avviene in un passato che è, tuttora, il nostro presente. Il viaggio di Dante all'inferno è una disamina sagace, acuta e realistica della sua Italia, che ancora, invero, alla sua epoca non c'era e che rappresenta, un po' anche la nostra. I particolarismi geografici, partitici, finanche familiari; le tendenze egoistiche; le vanità, i tradimenti, le volubilità, tutti sentimenti che vivono di esasperazione e che sono puniti, nella più giusta misura, col contrappasso. Aldo Cazzullo è la voce narrante che accompagna il lettore in una girandola di sovrapposizioni temporali, tra il passato del mito e della letteratura greca, il presente di Dante della Firenze guelfa e ghibellina, le lotte intestine senza quartiere, l'alternanza di forza tra papato e impero, e, infine, il nostro passato e il nostro presente, con Lucio Dalla, Joyce, Borges, Stephen King, Pessoa e padre Massimiliano Kolbe, ma anche la riviera romagnola delle balere e l'eroismo degli irredentisti Battisti, Filzi e Chiesa, della crisi dei subprime del 2008, della tragedia del Vajont, dell'odissea nello spazio di Kubrick. Nella prefazione, è riservato all'Autore un sapiente monito: prima di salire, si deve scendere. La storia d'Italia, del nostro Bel Paese (definizione dantesca), in fondo, è di una serie inanellata di vicissitudini, sacrifici, disfatte, tribolazioni, cui è seguita sempre una rinascita. Il viaggio di Dante o, perlomeno, la sua prima tappa, termina con l'anelata possibilità di riveder le stelle, dopo la ventiquattrore nei gironi infernali; le stelle, non a caso, mutuando le parole dell'Autore, sono il segno del destino dell'uomo, del suo slancio verso l'alto, dell'aspirazione all'ascesa. Sono la speranza che il peggio sia già alle nostre spalle e che il meglio debba ancora venire.
4 stelle per questo saggio di Aldo Cazzullo. Interessantissime e molto scorrevoli le parti in cui si parla e spiega effettivamente l'Inferno di Dante. Non mi sono piaciute le parti in cui fa collegamenti con temi più moderni, facendo collegamenti Battiato, Venditti, o paragoni con Maradona.
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