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Basta un caso di omonimia, una fake news o una notizia superata dagli eventi, per esporre una persona innocente alla gogna online.
Che cosa facciamo, oggi, quando conosciamo una persona nuova, sul lavoro o nella vita quotidiana? Quasi sempre digitiamo il suo nome su Google, "onnipotente Leviatano" dei giorni nostri, alla ricerca di informazioni e curiosità. Ma se il primo link che compare riporta una notizia spiacevole, che getta ombre sul suo conto, chi di noi è disposto a scorrere fino alla quinta pagina, per scoprire che si tratta di una fake news? La brutalità della disinformazione può trasformare la vita di una persona innocente in un calvario. E alla quinta pagina, di solito, ci si arriva solo se si è proprio quella persona. L'imprenditore italiano Enea Angelo Trevisan ha vissuto questo calvario, ma è riuscito a trasformare la sua sventura nell'idea di Ealixir, un'azienda nel campo del diritto all'oblio applicato al Web. La sua storia umana e professionale, qui narrata in prima persona con Francesco Francio Mazza, dimostra che grazie alla "superficialità positiva" e alla voglia di rischiare dopo aver toccato il fondo è possibile rialzarsi, per arrivare fino in vetta. Ma la storia di Trevisan pone anche domande di straordinaria attualità sul nostro presente: come conciliare diritti dell'individuo e libertà di stampa, web reputation e presunzione d'innocenza? Lungo i tortuosi sentieri che si snodano tra link, pagine web e social network, l'immagine pubblica e quella privata collidono in una terza rappresentazione di noi stessi che spesso non ci appartiene e in cui fatichiamo a riconoscerci. Oggi più che mai, in un mondo in cui la reputazione personale è sempre più importante - e sempre più fragile -, "voler essere nessuno" è un diritto da rivendicare con forza.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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