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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2015
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Non avevo mai letto nulla di Aldo Busi, pur apprezzandone da sempre la sua verve intellettuale. Nonostante ciò, questo libro non mi è piaciuto: l'ho trovato noioso, decisamente delirante, anche se scritto ovviamente molto bene. Eppure non posso farmi un torto e non leggere altro di suo, quindi sicuramente tenterò con altro di suo, magari qualche titolo un po' più datato e meno personale di questo. Anzi, direi che mi metto subito alla ricerca di un nuovo titolo di Aldi Busi da comprare!
"I miei scritti saranno anche impudichi, ma la mia vita è onesta". Un matrimonio, i preparativi per le nozze, le ansie dei futuri sposi. Melò d'altri tempi? No un divertissement in quel di Barcellona ai giorni nostri. Coppia gay, un docente sui generis di mezza età, piccolo e tracagnotto e un prestante giovanottone scampato all'arte di vivere. Al seguito un'armata brancaleone di ex mogli ringalluzzite da nuove nozze e insperati successi editoriali, figli problematici ed ignoranti, nipoti dai nomi rubati alle tre caravelle impudiche e maleducate, e un corollario di amici, vicini, parenti e parentastri scrocconi, egoisti e spocchiosi. A completare il tutto un osservatore d'eccezione, Aldo Busi, capitato quasi per caso a far da cenerentola per casa in un quotidiano di iperbole sfacciataggine e tragicommedia freudiana buona ad illuminare, se già non ci fosse troppa luce, una vivace Barcellona, tutta piazze, piazzate ed eccentricità. Bellissima, nostalgica, istrionica, erudita, allegoria della vita moderna il narrare sull'especialista de Barcelona e la sua corte dei miracoli. Necessaria a smascherare vizi e virtù, giudizi e pregiudizi, falsità, ipocrisie e qualunquismo, la banalità del male come l'ignoranza e l'indifferenza generazionale, non più ascrivibile solo agli uomini di potere. Suona quasi paradossale e anacronistica la digressione autorale sul disvalore diffuso dell'umano sentire e si condivide lucidamente e dolorosamente l'ironica, graffiante, impietosa analisi di Busi, giustamente moralista (nell'accezione di morale che ne dà la De Monticelli). "Hai mai ricevuto in affetto, soldi, premura, apprensione, cure, calore umano e rispetto un millesimo di quanto ne hai dato tu? E allora piantala con questi peana all'umanità". C'è tutto in questo romanzo, e non solo tutto il mondo di Busi che lo rivela al pubblico nel suo privato di amore, solitudine, sofferenza: c'è la bellezza pura della narrazione che si fa in diversi tratti affabulazione, c'è la ricerca della parola, c'è il fare graziato e sgraziato del racconto, c'è l'irruente, fantasioso, incontenibile mixare realtà a fantasia, c'è brutalità, leggerezza, ardimento, poesia, c'è persino tutta l'allegria picaresca di un cincischiare sul riassettare casa e cucinare che cela il bisogno di normalità in un contesto dove nulla appare più normale, dove i ruoli sono messi in discussione e l'assunzione di responsabilità tacciata di autoritarismo e perciò rifiutata. Contestato e contestatore Busi regala pagine di vera letteratura. Originale, dissacrante, innovativo e al tempo stesso elegante, poetico, struggente. "L'amore si fa o si sente, l'amore non si dice, non si reclama e non si commenta l'amore fatto, l'amore ha gli occhi per parlare e le mani per recargli doni. Se gli occhi sfuggono e le mani arrivano vuote, è detto tutto. Due che non hanno niente da dirsi parlano del loro amore reciproco, che intanto sta volando altrove. Parlare d'amore significa parlare d'altro". Per inciso.. la cerimonia di nozze riserva delle sorprese! In puro stile especialista de Barcelona.
Recensioni
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