La pandemia dei cervelli pedofili. Il ruolo della psicologia investigativa

Inizialmente non ero interessato alla lettura di questo libro tanto, pensavo, il mondo della pedofilia è ben lontano dalla mia vita, per fortuna. Poi mi sono ricordato delle parole di John Donne che dicono: “non chiedere mai per chi suona la campana, essa suona sempre per te”. E’ vero, non possiamo ignorare quello che succede attorno a noi, il male che vi impera prospera proprio per la nostra indifferenza, che è il terreno di coltura più adatto. Ed ecco queste brevi righe che scrivo a commento di questo splendido libro. Nella prima parte l’autrice introduce il discorso descrivendo la psicologia investigativa e le relative problematiche, in particolare per quanto riguarda la situazione italiana. Sono dei capitoli essenzialmente tecnici, importanti però per capire il difficile ambiente in cui tentano di svolgere il loro lavoro l’autrice e le tante persone competenti nell’ambito. Si entra poi nel vivo dell’argomento del libro con la classificazione e descrizione delle varie categorie di pedofili. Il linguaggio qui cambia forma e movimento, assume un notevole spessore, in quanto ne esce un quadro in cui i veri protagonisti sono i bambini violentati, a cui vanno tutte le preoccupazioni e le attenzioni dell’autrice. Sono loro le vere e uniche “persone”, gli unici e veri attori di questo terribile dramma, in quanto rappresentano non solo se stessi, ma con il loro futuro anche il nostro futuro, su cui è nostro dovere investire senza lesinare nulla (come invece si sta facendo!). In quanto ai pedofili l’impressione che ne ricavo è che siano considerati “non-persone”, semplici ombre portatrici di distruzione. La vasta esperienza dell’autrice ci regala altri vividi capitoli che descrivono il mondo degli assassini e quello dei serial-killer. Poi il discorso si allarga di nuovo, prende ulteriore vitalità e ampiezza di respiro andando ad affrontare dei temi universali quali la condizione della donna negli ultimi due millenni fino ad oggi e il relativo ruolo e responsabilità storiche ed odierne della Chiesa nei confronti delle donne, dei bambini e, in generale, di tutti i deboli e sottomessi. Il linguaggio è essenziale, preciso, limpido, efficace, tagliente, aspro, asciutto. Ma è nell’ultimo capitolo, dove viene affrontata la situazione italiana attuale e il degrado dei valori e della nazione stessa ai giorni nostri, che il libro si dispiega in tutta la sua forza e raggiunge vette degne solo della presenza dell’aquila. Con acute osservazioni e accurate analisi, al lettore viene illustrato, pennellata dopo pennellata, il panorama di un’Italia disgregata e sull’orlo del baratro. La situazione complessiva (morale, economica, politica, sociale, culturale,…) è delineata con tinte fosche e con una forza inaudita. Per fortuna, in chiusura del libro, dopo l’analisi, l’autrice presenta anche la sintesi del suo pensiero, ossia la presa di coscienza di quello che c’è di buono e di valido nel nostro paese e il fatto che esiste ancora una possibilità di riscatto e di ricupero. Questa è però subordinata alla collaborazione e la partecipazione in prima persona di tutti noi.

Nel libro “La pandemia dei cervelli pedofili” l’autrice, Valentina Peloso Morana, psicologa clinica ed investigativa, analizza con rigore e competenza, il mondo dei pedofili. I “mostri dei bambini”, come li definisce lei stessa, sono dei vigliacchi poiché agiscono nel nascosto, compiono violenza su vittime che non sono in grado di decidere né di difendersi, al solo scopo di perseguire il loro piacere perverso, ed impongono loro il segreto, attraverso minacce di vario tipo. Profanando il mondo dei bambini, i pedofili rovinano in modo irreparabile la loro personalità, i loro sogni ed il loro futuro. In difesa della purezza e dell’innocenza dei bambini, l’autrice, che da oltre dieci anni si occupa dei loro diritti violati, scende in campo e si schiera con grande energia affinché si affinino i metodi di persecuzione di questo crimine, in parte sottovalutato, in parte occultato dal sistema attuale, in cui sembra imperare la menzogna. Basandosi sulla propria esperienza nelle aule di tribunale, l’autrice suggerisce con convinzione l’uso della psicologia investigativa quale strumento essenziale per la ricerca della verità, fondato sullo studio dei dati, sull’osservazione e la conoscenza dei linguaggi. L’osservazione, che è base della scienza, è quanto mai indispensabile in eventi delicati quali i processi penali, soprattutto quando interessi di parte possono portare a false accuse o ad assoluzioni sbagliate. Oltre a questo studio, il volume, denso di informazioni, contiene una parte dedicata all’analisi del sistema politico e sociale italiano. Ad una chiara denuncia della violenza, della volgarità e della manipolazione legata ad interessi criptati di pochi privilegiati, Valentina Peloso Morana si oppone e si fa portavoce di quanti come lei non aderiscono a questo sistema. Lancia un messaggio coraggioso e rivoluzionario affinché il nostro Paese, forte del suo passato ricco di creatività e conoscenza, dia luogo ad un processo di cambiamento che coinvolga tutti, per il ritrovamento dei valori che premiano la capacità e la competenza e su cui rifondare una rinnovata serenità. I toni incisivi usati nel libro, se da una parte rispecchiano la rabbia e lo sdegno di tutti quelli che vorrebbero un’Italia bisognosa di eccellenze, dall’altra sono anche il simbolo di speranza di un’inversione di rotta che trascini tutti noi a partecipare.