Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006

Della seconda vita professionale del Governatore-Presidente Ciampi, in cui ha ricoperto importanti cariche pubbliche (ribadendo sempre il suo carattere di tecnico), ampi squarci ci sono offerti da “Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006” (Laterza, 2013) che lo storico Umberto Gentiloni Silveri (GS) ha scritto avvalendosi dei diari del Presidente e di una serie di colloqui di approfondimento con lui. L’Italia attraverso Ciampi Il lavoro di GS propone una chiave di lettura di quel quindicennio che fa perno sulla figura di Ciampi ma andando oltre il carattere biografico, in quanto ne coniuga ruolo e azione con le dinamiche politiche e economiche del nostro Paese, per trattare di un periodo di transizione (purtroppo) ancora incompiuto. L’opera offre molteplici motivi di interesse; fra i vari consente di: - fare migliore luce – senza proporre beninteso scoop – sulle recenti vicende di un Paese ancora incapace di dare risposte strutturali alla propria crisi di identità in un mondo che non è più come prima; - percepire cosa accade nelle stanze del potere, anche a livello micro: non nel senso di gossip, ma in quello di dinamiche e scontri, condivisione di scelte importanti ma anche di responsabile solitudine con cui a volte si deve decidere; - seguire l’operato di uno dei principali fautori della nostra entrata nell’euro, lungo il percorso faticoso che ha condotto nel 1998 a tale traguardo, che sembrava sino alla fine un arduo risultato: raggiunto non lasciando nulla di intentato, come Ciampi ci ricorda, narrandoci anche della sua utile caparbietà nei passaggi tecnico-contabili, che consentì di perfezionare in meglio le modalità di conteggiare il deficit italiano. E dando anche una valutazione dolente sulla gestione del change over influenzata dal “rapporto – più o meno esplicito – fra il governo” e alcune categorie; - rivivere un drammatico, per la Banca, fine 2005 e vedere come egli ne abbia seguito l’avvicendamento al vertice per tenerne lontane le mire della politica. - riflettere sulla criticitàcostituita dalla debolezza della politica e dall’esigenza di rivolgersi ai tecnici per fronteggiare fasi di crisi di sistema, con i rischi (e i limiti) che ciò comporta. Fra cronaca e storia C’è questo e molto altro in queste dense pagine su una cronaca che si sta facendo storia. La narrazione di GS propone valutazioni e riflessioni, a volte crude, su snodi che ancor oggi paiono influenzare l’Italia: ad es. in merito alla sottovalutazione del conflitto di interessi, alla modifica “a cuor leggero” del titolo V della Costituzione, ai rischi connessi alla personalizzazione della politica estera, agli attentati del luglio 1993 a Milano e Roma - resi attuali dal dibattito che ancora si prolunga sulla presunta trattativa Stato-mafia -, alla tendenza fratricida della sinistra e alla prima sfiducia che abbia fatto cadere, nel 1998 (per un voto)un governo. C’è sullo sfondo il cruccio che l’Italia sia ancora in mezzo al guado. C’è sottesa la convinzione di Ciampi che il futuro debba essere nell’Europa e che l’euro è un passaggio essenziale ma non sufficiente: occorre andare oltre l’Unione monetaria verso quella politica, un’Europa federale.