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Anno edizione: 2013
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Ultimo romanzo della trilogia dedicata alla prima guerra mondiale (il primo, Niente di nuovo sul fronte occidentale, è un capolavoro assoluto e si svolge al fronte, il secondo, La via del ritorno, è una grande opera che parla del ritorno a casa dei reduci e del loro difficile reinserimento), Tre camerati si svolge in un’epoca già lontana dagli anni del conflitto, all’incirca alla fine degli anni ‘20, un periodo turbolento e di grande crisi per la Germania, in cui cominciano a prendere sempre più piede i nazisti. L’inflazione è spaventosa, la disoccupazione cresce quasi in modo esponenziale, e poi ci sono i disordini quotidiani, alimentati soprattutto dai seguaci di un ometto dall’apparenza insignificante, un reduce pure lui, pittore fallito, che di nome fa Adolf Hitler. In questo contesto tre amici, scampati alla guerra sul fronte occidentale, riescono a campare con la gestione di un’autofficina; a prima vista sembra un trio felice, di compagni bevitori e pronti agli scherzi, ma sotto sotto si scopre che indossano una maschera di cinismo, per cercare di nascondere, nell’impossibilità di cancellarli, i segni lasciati dalla terribile esperienza in guerra. Si chiamano Otto, Goffredo e Roberto, Roby per gli amici, e quest’ultimo finisce con il diventare il protagonista principale. Solo, senza un’idea del futuro, conosce casualmente una ragazza e il suo mondo di grigiore e di cinismo si rischiara di una nuova luce. Quell’amore ricambiato infonde in Roby fiducia nella vita, gli prospetta quel futuro che nemmeno si sarebbe sognato, ma se l’amore è qualcosa per cui si può vivere, tanto più lancinante è perdere la persona amata. E’ forse dei tre il romanzo più disperato, perché non c’è di peggio che trovare un’ancora di salvezza, uno sbocco concreto alla propria esistenza, e poi vedere sfumare tutto. Per quanto bello, lo strazio che percorre non poche pagine dell’opera finisce con il provocare l’accostamento con i giorni di trincea di Niente di nuovo sul fronte occidentale, con l’anormalità di tante morti di giovani che ancora non si erano affacciati alla vita, e la normalità invece di un decesso per cause naturali. Non dico che Remarque abbia pigiato sull’acceleratore per portare a una forte commozione, ma senz’altro la sua partecipazione al romanzo mi pare qui assai più presente che in altri casi. Bello è bello, non ci piove, ma, sempre secondo me, non raggiunge l’elevata valutazione dei primi due della trilogia. Forse i tempi diversi, l’omologazione ormai definitiva dell’orrore del grande conflitto hanno inciso sulla creatività dell’autore, del resto ormai proteso a rappresentate, in un secondo ciclo di opere, l’immane tragedia del periodo nazista, con la nuova guerra mondiale e le atrocità dell’olocausto.
1) “Tre camerati” è il primo vero romanzo d’amore dell’autore tedesco che finora si era solo dedicato alla guerra, nonché continuo ideale della trilogia che vede “Niente di nuovo sul fronte occidentale” come primo libro. È la straziante storia d’amore tra Robby e Pat che è dannata prima ancora di nascere, anche se apparentemente la guerra non ha avuto colpe. Sullo sfondo si riesce già a percepire il clima di odio e razzismo che sarebbe diventato normalità dopo l’ascesa di Hitler. L’autore ci mostra come sentimenti come l’amore e la dolcezza sono duri a morire, nonostante la vita in trincea abbia annientato molti corpi e molte anime, nonostante ci avesse già precedentemente mostrato come fosse difficile riprendere la redini della propria esistenza e trovare qualcosa a cui aggrapparsi per resistere; alla durezza e le difficoltà dei primi due romanzi Remarque contrappone un amore che scalda il lettore e lo commuove. Come in altri romanzi dell’autore tedesco, ciò che distingue lo stile in cui è scritto “Tre camerati” è il forte carattere nostalgico e malinconico, venato in punti strategici di cinismo.
1) A differenza dei precedenti romanzi dell’autore tedesco, “Tre camerati” non ci parla direttamente di guerra, ma piuttosto narra per la prima volta una storia d’amore, quella tra Robby e Patrice Hollman, giovane ragazza appartenente alla vecchia alta borghesia; l’incontro con Pat cambierà l’esistenza dei tre amici e della stessa, andando ad annullare la solitudine che cercavano di ignorare con corse sfrenate e sbronze folli. Robby, Otto e Goffried prendono per la prima volta coscienza di cosa sia l’altruismo, il dover aiutare una persona oltre ciò che il proprio ego richiede e necessita. Un sentimento così puro, semplice e pure così difficile da trovare viene contrapposto da Remarque, in questo romanzo, all’ideologia nazista che stava dilagando in quegli anni già estremamente difficili e contro la quale i protagonisti subiranno perdite da non sottovalutare.
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