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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2023
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Devo ammettere che tanto mi attendevo da questo libro, in considerazione anche del fatto che l’autrice, con un altro romanzo, si è aggiudicata il premio Strega 2018; tanto mi attendevo, forse troppo, e quindi la delusione è stata cocente. Eppure il tema in argomento è interessante, quel ritorno al passato agli epici scontri di Montecassino, che videro impegnate, fra gli alleati, molte nazionalità, dagli inglesi e gli americani, ai polacchi, ai magrebini, perfino ai maori e molte altre ancora, con un rientro al presente, a una ordinarietà che stride con la tragedia di quel 1944 del fronte italiano. Sono tanti gli episodi, tanti i personaggi, tante e troppe le parole, con digressioni non di rado fuori luogo e che mi hanno sconcertato Si tratta di un’opera per certi aspetti squilibrata, con parti che avrebbe meritato maggiore attenzione, un più attento approfondimento e altre invece in cui l’autrice si avvita in riflessioni di poco conto. E poi ho riscontrato, nella scrittura, quella pedanteria e grevità che è propria di non pochi autori dell’est, elementi che di certo non portano acqua al mulino dell’opera e anzi finiscono lentamente con affondarla. L’’impegno c’è, non lo nego, ma ahimè i risultati sono modesti, anche perché probabilmente chi scrive non ha ben chiaro ciò che intende trasmettere, oppure è perfettamente cosciente della sostanza del suo messaggio, ma è incapace di renderlo compiutamente intellegibile al lettore. E’ un peccato, e aggiungo che la pochezza dell’opera non mi invoglia certo a consigliarne la lettura, perché sull’argomento della guerra, dei nostri rapporti con quel trascorso drammatico che rivive nei ricordi di chi vi ha partecipato c’è molto di meglio in letteratura e ben più meritevole di attenzione. Sarà forse brava la Janeczek, ma francamente a me non è piaciuta, almeno in questo romanzo. Mi riprometto, comunque, di leggere qualche altro di suo, con la speranza di poter capovolgere il mio attuale giudizio.
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