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Storia avvincente, che si legge in un intero pomeriggio o un'intera notte, sostenuta da una scrittura solida, veloce, immediata, trascinando il lettore nello stesso vortice di follia che man mano travolge i due protagonisti, Carlo e Isabel, e il loro figlioletto. Libro che parla del peso e della responsabilità dell'essere genitori, contrapponendo tre modelli diversi di rapporto genitori - figli (quello malato di Isabel, quello debole di Carlo, ma anche quello fra Carlo e la propria madre). Tre modi diversi di interpretare il ruolo di genitore, nessuno dei quali perfetto, ma solo uno dei tre senz'altro risolutivo e “adulto”, perché capace di assumersi la responsabilità di prendere decisioni, anche estreme. Una riflessione amara sulla fragilità e sulla solitudine dei rapporti di coppia, nella quale, come nel sonno della ragione, a volte nascono mostri.
La storia parla di una giovane coppia alle prese con il loro primo figlio e di tutte le difficoltà che comporta crescere un bambino. Franzoso mette in luce i due aspetti dell'amore : da un lato c'è l'amore viscerale, sconfinato e puro di un genitore nei confronti del figlio, dall'altro lato della medaglia c'è una degenerazione l'amore che diventa asfissiante, ossessivo, e malato . In questo romanzo si evince come, a volte, facciamo finta di non vedere determinate cose pur di non perdere la persona amata. Ottimo romanzo, profondo, commovente, straziante. Vi ridurrà in lacrime.
"Il bambino Indaco" è più un racconto che un romanzo; scorre velocissimo nelle sue 80 pagine (nel Kobo). Un tema delicato, quello dell'alimentazione vegana e crudista portata all'estremo, raccontato in maniera forse un po' troppo veloce e sbrigativa. Probabile sia stata una scelta narrativa ma, secondo il mio modesto parere, Marco Franzoso avrebbe dovuto soffermarsi di più su alcune situazioni, di sicuro il libro ne avrebbe giovato. Ciononostante il libro mi è piaciuto e lo consiglio. Ne è stato tratto anche un film; molto bello anche quello.
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