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Arriva per tutti il momento in cui i ruoli si invertono e il figlio, prima protetto dai genitori, si trova a doversi prendere cura dell’anziano genitore non più capace di badare a sé stesso. Ed Iza, ragazza brillante, medico affermato e figlia modello, non ha dubbi su quali siano i suoi doveri verso la madre rimasta vedova e alla morte del padre non esita a organizzare il trasloco dell’anziana signora dalla campagna a Budapest. Nonostante il lutto recente e la tristezza di dover abbandonare casa, Etelka (la madre) affronta con zelo l’imminente trasloco e la vita nella capitale, soprattutto prova gioia al pensiero che potrà di nuovo prendersi cura della sua bambina, sollevarla dalle incombenze di casa e pregusta i momenti di vicinanza e condivisione che passerà con la figlia in armonia. Purtroppo, le aspettative di Etelka si rivelano presto fantasie irrealizzabili e lontane un abisso dalla concezione di vita della figlia, ed è così che assistiamo alla caduta di tutte le aspettative e al progressivo abbandonarsi dell’anziana all’apatia e a un impenetrabile mutismo, perché la figlia con la propria freddezza e rigidità ha spento la scintilla vitale nella madre, l'ha umiliata facendola sentire inutile. Questo romanzo arriva al lettore come un pugno allo stomaco, inaspettato e doloroso nella sua crudezza e cinismo. Durante la lettura è impossibile rimanere insensibili di fronte alla sofferenza della madre per lo sradicamento, alla straziante incomunicabilità tra le due donne e alla solitudine delle lunghe giornate senza uno scopo. Il vero nodo della vicenda è l’inconciliabilità tra due mondi, quello anacronistico della madre, fatto di premura e caffè preparati sul fornellino a spirito, e il mondo moderno della figlia, caratterizzato da rapporti fugali, doveri e regole, nel quale si è persa la capacità di sentire vicinanza a un altro essere umano e rimane il conflitto interiore tra ciò che si deve fare e ciò che è giusto, ed è in questo meccanismo che la madre si perderà.
? proprio un bellissimo romanzo quello scritto da Magda Szabó, ambientato negli anni '60 in Ungheria e che ha come protagonisti la "vecchia" Etelka e la figlia Iza. Dopo la morte del vecchio padre, il giudice Vince, Iza, affermato medico a Budapest, decide di portare con sé la madre rimasta sola , stravolgendone in questo modo la vita fatta di gesti semplici e routinari cosicché la vecchia signora, fuori posto e non più a suo agio, diventa un peso anche a se stessa tanto che nel ritorno occasionale alla sua cittadina prenderà una decisione liberatoria e imprevista. Si analizzano i rapporti tra madre e figlia mettendo a confronto la perfetta, inappuntabile e mai fuori posto Iza, in realtà fredda e pragmatica, e la tenera semplicità fatta di piccoli gesti, che danno sicurezza, della madre attaccata a schemi di vita ormai desueti. La Szabó non solo scandaglia con delicatezza e attenzione l'animo umano e delinea i caratteri dei personaggi con mano ferma e precisa, ma traccia anche sullo sfondo la storia dell'Ungheria, rivelandocene il volto poco conosciuto e nascosto senza celare i drammi che il regime comunista aveva creato. Scrittura elegante, mai banale che affascina anche il lettore più esigente.
Questo libro mi ha lasciato addosso una gran tristezza. Eppure, non riesco a dimenticarlo. Forse perché è così vero, autentico. Seguiamo le vite di una madre e di una figlia unite da un dolore comune: la perdita del marito, la perdita di un padre, la perdita dello stesso grande uomo. Lo stile è scorrevole e Magda Szabò si conferma, ancora una volta come con la Porta e Via Katalin, una grande scrittrice, una donna sensibile che sa parlare dell'animo umano. L'aspetto psicologico dei personaggi, infatti, è tracciato così bene da rendere le due protagoniste vive, quasi tangibili, come se fossero sedute accanto a noi a tenerci la mano mentre piangiamo del loro dolore. Personalmente ho detestato Iza anche se l'ho capita: ho capito il suo atteggiamento, il perché facesse certe scelte e non la condanno. Ho invece adorato la madre di Iza, una donna amorevole e colma di tenerezza verso la sua "bambina" ormai donna. Una donna che vorremmo abbracciare e proteggere da ogni male. Una lettura intensa, straziante ma sapientemente scritta e che trapassa l'anima come uno spillo che pizzica la pelle lasciando una cicatrice: non lo dimenticherete.
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