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«Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato, come se la sua vita appartenesse – sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo – a qualcun altro.»
Bologna, 1992. Alex D., diciassette anni, figlio modello della buona borghesia, decide di "uscire dal gruppo", di rompere gli schemi, di fare un "salto" fuori dal "cerchio che ci hanno disegnato attorno". In una parola, cresce. Lo fa attraverso le pedalate disperate su in collina, la musica furibonda dei Sex Pistols e dei Red Hot Chili Peppers, l'amore di Adelaide, la sofferenza per la perdita dell'amico Martino... Senza gesti eclatanti, Alex volta le spalle a tutto e a tutti, in nome di un presente libero e felice, di una umanissima richiesta di autenticità. Jack Frusciante è uscito dal gruppo è ormai un piccolo classico contemporaneo, un libro che ha fatto la storia dell'editoria italiana. Nelle pagine di questo romanzo-manifesto adottato da più generazioni di adolescenti, un autore giovanissimo ha raccontato gli smarrimenti e gli ardori dei diciott'anni: una storia fresca e intensa, narrata senza filtri da una voce nuova, capace di fondere rabbia e ironia.
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Questo breve scorcio della vita di un adolescente degli anni '70 è stata di sicuro una lettura interessante, non tanto per lo stile di scrittura, piegato allo slang giovanile dell'epoca, o per le vicende narrate, ma per le riflessioni che vengono proposte e affrontate dal protagonista. Cos'è l'equilibrio nella vita? E cosa farne di quei brevi momenti di felicità effimera che potrebbero andare a discapito di un futuro lontano e nebuloso? Ho avuto molto da riflettere, apprezzando in particolare gli stralci dedicati alla narrazione in prima persona dei pensieri del protagonista, un ragazzo arrabbiato, che pensa fin troppo, e fatica ad adeguarsi ai suoi coetanei. La sua storia con Aidi poi mi è piaciuta molto, mai banale, nemmeno sul finale, quando le occasioni per rovinare questa piccola cosa preziosa erano molte.
Libro sul mondo adolescenziale ben scritto, utilizzando uno stile per nulla banale, che riesce ad esprimere appieno il mood del protagonista. È un libro che ciascuno può far proprio e trovarvi punti di contatto con la propria esperienza di crescita.
giovane e bello
Recensioni
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