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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2015
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Le protagoniste della vicenda narrata sono tre famiglie di Budapest che, per molti anni, hanno abitato in case contigue nella via Katalin. Si tratta degli Held, dei Biro e degli Elekes. Tutto ruota attorno a Irèn Elekes e Balint Biro, legati fin da bambini da un rapporto talmente stretto, che nessuno ha mai dubitato del fatto che un giorno sarebbero diventati marito e moglie. Ovviamente il destino è imprevedibile e rimescola tutte le carte a proprio piacimento... Forse andrò controcorrente, ma, nonostante la scrittura ammaliante, questo è il primo romanzo della scrittrice che non sono proprio riuscita ad apprezzare, per diversi motivi: - l'autrice entra subito nella vicenda in medias res, con un risultato pressoché destabilizzante per chi legge e non ha ancora familiarità con i personaggi; - ci sono continui salti temporali dal presente al passato, che creano parecchia confusione; - sono inseriti elementi soprannaturali che, secondo il mio parere, fanno un po' storcere il naso. Sono tutte caratteristiche che rendono la comprensione del testo molto difficoltosa e che potrebbero indurre il lettore ad abbandonare il libro. Sicuramente non è un titolo che mi sentirei di consigliare a chi si approccia per la prima volta a Magda Szabò.
Tre famiglie e circa trent'anni di storia ungherese (1934-1968) sono gli elementi centrali di questo romanzo, insieme a tanti altri temi, come la nostalgia per un passato perduto, la paura per un futuro incerto, i desideri repressi e mai realizzati, l'esilio, la fatalità del caso, le conseguenze inaspettate delle nostre azioni, e l'intersecarsi dalla vita con la storia. Questo libro è molte cose insieme, è da una parte romanzo corale sulla vita di tre famiglie ungheresi, dall'altra il resoconto di circa trent'anni di storia ungherese; ed è grazie alla maestria dell'autrice che questi due piani si intrecciano e legano in modo perfetto, fornendo uno spunto di riflessione: fino a che punto siamo prodotti plasmati e influenzati dalla realtà storica che ci circonda. Il periodo raccontato è denso di avvenimenti, sono infatti gli anni della Seconda guerra mondiale, delle deportazioni degli ebrei, dell'avvicendarsi dell'influenza sovietica a quella tedesca, e dei tentativi di rivolta contro la prima. I personaggi non sono qui solo vittime della propria indole, ma anche vittime involontarie della storia; si instaura infatti un'identità tra i personaggi e le vicende storiche che si trovano a vivere, a tal punto da giungere all'identificazione tra i personaggi e lo spirito dell'epoca, in quanto arrivano a mutuare e fare propri i comportamenti tipici del periodo e ogni ne personaggio ne incarna uno (ad esempio, la famiglia perseguitata, la figura dell'informatore e la sua vittima, chi è costretto a espatriare, l'intellettuale disilluso, etc). Infine, la tragedia di una famiglia che ha perso le proprie radici e la tranquillità, la nostalgia per la perdita della casa di Via Katalin, cos'altro sono se non l'espressione della tragedia collettiva dell'Ungheria che ha perso la libertà e l'indipendenza.
Un capolavoro assoluto.Un libro che non smetteresti mai di leggere perché ti emoziona,ti commuove,ti diverte,ti sorprende,ti rapisce. La Szabò è una vera signora della letteratura,la sua,per usare un linguaggio musicale a me più congeniale,è una partitura ricca di temi,di voci,di canoni che si intrecciano dando voce a un canto che,pur nella ricchezza e complessità della sua orchestrazione,arriva limpido e semplice al cuore. Non ci sono voti per una fuoriclasse come lei,solo un grazie dal profondo del mio cuore per avermi regalato tanta bellezza.
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