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Anno edizione: 2019
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Un viaggio sull’Orient Express da Ostenda a Istanbul dove si intrecciano vite e destini di un gruppo di passeggeri, esistenze tragiche che corrono sui binari attraverso l’Europa tra le due guerre mondiali.
«Greene distingueva nella sua opera tra romanzi e divertimenti, ed era bravo in entrambi, ma nei “divertimenti”, magnifici romanzi d’amore a sfondo politico, fu uno scrittore unico, il più grande narratore delle vicende politiche del Novecento» - Goffredo Fofi, Internazionale
Una ballerina, un medico, un uomo d’affari, una giornalista, un ladro; da uno scompartimento all’altro si intravedono i segreti che ciascuno di loro nasconde in un giallo ad altissima tensione. Ognuno è salito sul treno per un motivo diverso, la giovane Coral è diretta a Costantinopoli per un nuovo lavoro, ma ha un malore e il medico le prescrive assoluto riposo, solo che la donna non ha neanche una cuccetta, così è il ricco Carleton Myatt a cederle il suo posto. Correndo attraverso l’Europa il treno giunge a Colonia, dove salgono due nuovi viaggiatori, poi il convoglio si ferma in Jugoslavia, una sosta per qualcuno dalle conseguenze fatali. Il treno per Istanbul appartiene a quelli che Greene chiamava «divertimenti». Pubblicato nel 1932, fu il primo vero successo per lo scrittore britannico, quello che gli dette fama e notorietà; ma il romanzo è molto di più di un giallo raffinatissimo: è una fotografia dell’Europa tra le due guerre con le sue contraddizioni e drammi e dove aleggia il presentimento di quello che sarebbe accaduto di lì a poco. È anche un romanzo moderno per i tanti temi trattati, la razza, la povertà, la frustrazione sessuale, il fallimento politico. A dominare su tutto l’Orient Express (così doveva intitolarsi il romanzo), un treno che è diventato mito grazie a scrittori come Agatha Christie e Ian Fleming e che ha avuto nel cinema la sua consacrazione definitiva. Il romanzo viene pubblicato in una nuova traduzione.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Personaggi molto diversi tra loro riuniti per caso da un viaggio, destini che si intrecciano, solitudini che si cercano, ricchezza e povertà, conformismo e rivolta...Nei vagoni del mitico Oriente Express Graham Greene porta ad incontrarsi, ad amarsi, a tradirsi, ad affrontarsi uomini e donne le cui vite rappresentano un'intera epoca, quella dell'Europa tra le due guerre. E in questo spaccato di umanità apparentemente così lontano il lettore di oggi può trovare non pochi spunti di riflessione.
Quello che ho apprezzato di questo romanzo sono state le diverse atmosfere create dall’autore attorno ai suoi personaggi. Buona parte della storia si svolge sul treno, ma non c’è un rigo, un paragrafo che annoi il lettore che si trasforma in uno spettatore silenzioso che si muove vicino ai personaggi senza disturbare il loro viaggio verso destini diversi
Il romanzo ha come luogo principale di movimento il più famoso dei treni:l'Orient Express. Ma qui non appare nelle sue consuete vesti di re dei treni e treno dei re. L'Orient Express appare fin da subito un mezzo freddo, scomodo, claustrofobico. Nemmeno la vista del paesaggio in movimento offre conforto, rivelandosi spoglio e desolato con il sole che fa capolino in rare occasioni. Non è sul lusso o sulla sua magnificenza che l'autore pone lo sguardo parlando del treno. Egli si rivolge invece verso l'umanità che vi sale e che vi scende. I personaggi che saliranno sull'Express sono tutti diversi: una ballerina, un uomo d'affari ebreo, un rivoluzionario, un ladro e tanti altri ancora. Ciascuno ha una propria storia, una proprio personalità, i propri affari e le proprie preoccupazioni. L'unica cosa che tutti sembrano condividere è il senso di precarietà della loro situazione e la ricerca disperata di un modo per migliorarla o almeno di non aggravarla, unita talvolta ad un senso di ingiustizia. Green utilizza un linguaggio simile a quello di Joyce o della Woolf dove si balla costantemente dal pensiero puramente razionale a quello inconscio che si alimenta di associazioni e corre all'impazzata, proprio come un treno. Inevitabilmente alcuni personaggi entrano a contatto tra loro e così le loro psicologie dando vita talvolta averi e propri duelli tra menti. Oltre a ciò si aggiunge un tocco naturalista (anzi verista) poiché, come detto, ciò che muove i personaggi alla fine è sempre e solo una cosa, ovvero sfuggire alla miseria; economica come quella di Mabel o di Coral ma anche morale come quella di Myatt e di Czinnar; e naturalmente fallendo, proprio come in un romanzo di Verga. Quella che emerge dal libro è una umanità disillusa, sola, che non trova conforto e solidarietà nemmeno all'interno della propria classe sociale, figurarsi se prova a confrontarsi con le altre. Un libro difficile, introspettivo, con poco intreccio, ma che forse vale la pena leggere.
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