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Recensioni Three Concerts. Live at the Auditorium

Recensioni: 5/5
La Parco della Musica Records rende omaggio a uno dei migliori pianisti contemporanei, Franco D’Andrea, con un cofanetto composto da tre dischi che contengono le registrazioni live dei tre concerti tenuti tra il 2013 e il 2014 all’Auditorium Parco della Musica in occasione della Carta Bianca affidata a Franco D’Andrea. Le registrazioni testimoniano l’intensa attività concertistica di D’Andrea che spazia dal piano solo, al sestetto (con cui D’Andrea ha già pubblicato per la PMR il disco Monk and the Time Machine e con cui ha ottenuto il Top Jazz 2014 come migliore formazione), a un progetto speciale in trio con Dave Douglas e Han Bennink concepito in esclusiva per l’Auditorium Parco della Musica. Perno costante del lavoro di D’Andrea è l’interplay con i musicisti, a cominciare dal suo sestetto composto da Andrea Ayassot al sax alto, Daniele D’Agaro al clarinetto, Mauro Ottolini al trombone, Aldo Mella al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. Composizioni brevi, mai banali, si avvicendano mettendo in risalto un costante e proficuo dialogo tra i musicisti, che procedono come seguendo un immaginario canovaccio sul quale poi, come in un intarsio, trovano spazio momenti di improvvisazione pura. Deus Ex Machina del processo è il piano di D’Andrea, motore trainante di tutte le composizioni. Il concerto in trio vede il musicista impegnato con la più classica delle formazioni jazz, resa atipica dall'inusuale combinazione strumentale. Accanto a D'Andrea due leader indiscussi del proprio strumento, Dave Douglas alla tromba e Han Bennink alla batteria, impegnati da sempre nella ricerca di nuovi linguaggi espressivi. L’uso delle spazzole così come di un solo elemento della batteria o di altri oggetti, hanno sempre fatto di Bennink un batterista unico nel suo genere, dotato di un drumming anticonvenzionale e incisivo. La tromba di Douglas, dal canto suo, arricchisce i brani con la sua inconfondibile personalità e un tocco di tradizione, essendo capace al contempo di farsi interprete ideale delle trovate compositive di D'Andrea. La fotografia che questo cofanetto restituisce è quella di un concerto nel quale molto è lasciato all’istinto e all’intuizione, riuscendo a immortalare un qui e ora di tre musicisti in stato di grazia. Il concerto in piano solo di Franco D’Andrea chiude questo trittico e mostra il pianista di Merano come un musicista poliedrico che, come un artista con a disposizione una tavolozza infinita di colori, riesce a conferire alla propria musica una quantità incredibile di suggestioni e sfumature. Pur restando sempre legato al jazz della tradizione (come quello degli anni ’20, ad esempio), D’Andrea non rinuncia alle aperture più ardite suonando una musica impreziosita da anni di collaborazioni eccellenti con musicisti anche dal background molto diverso dal proprio.)
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