Lo strano viaggio di un oggetto smarrito

Bellissimo romanzo che racconta una favola ambientata ai giorni nostri: un viaggio attraverso vari luoghi e città, ma anche una avventura alla scoperta di noi stessi, della vita, dei rapporti umani e dell’amore. A tutti, in un determinato periodo della vita, dopo un abbandono o una perdita, è capitato di sentirsi come un oggetto smarrito, una appendice dimenticata e lasciata al suo destino di oblio. Ci sono due modi di affrontare questa situazione; chi si trincera nella propria solitudine, come Michele, e chi cerca di superare e comprendere il dolore nell’arduo compito di cercare una nuova felicità, come Elena. Michele è ormai un uomo adulto, che porta con sé ferite che risalgono alla sua infanzia. Ogni giorno ripete gli stessi gesti e rafforza il suo guscio di protezione dal mondo esterno, la monotonia di questa vita che si è creato lo rassicura. Tutto ciò cambia una sera quando sente bussare alla finestra di casa sua e rimane stupito. Alla porta si presenta Elena, che irrompe come un uragano nella sua vita portando una ventata di gioia, freschezza e colori. Questa è la storia di due anime perdute, di un ragazzo che non sa cosa vuol dire essere amati e di una ragazza che ha scelto di non arrendersi mai e di essere felice, nonostante il dolore, il racconto di due anime che riescono a sostenersi a vicenda per affrontare la vita nel miglior modo possibile.

Quando ho iniziato a leggere questo libro ho avuto timore che potesse non piacermi, colta dalla paura che fosse la classica love story italiana trita e ritrita, così ho messo da parte il pensiero e mi sono ritrovata a non avere troppe pretese, proprio come un libro dovrebbe essere letto, per il semplice fatto di volerselo gustare. Ne sono rimasta stupita perché, da una parte mi sono resa conto che la trama non avesse nulla a che vedere con ciò che avevo intuito, e dall'alta mai avrei immaginato che potesse arrivare addirittura a tenermi con il fiato sospeso e allo stesso tempo incollato tra le pagine. Il libro è molto scorrevole, cosa molto importante perché è proprio questa stessa scorrevolezza a rendere il romanzo per nulla pesante. Do 4 stelle solo perché, a parer mio, 5 sono la perfezione, ma consiglio il libro in ogni caso a tutti quanti.

Abbandonato dalla madre senza un perché, isolato dal mondo che lo circonda, cresciuto con la convinzione che nella vita bisogna fare affidamento solo su se stessi Michele si è costruito negli anni un muro che lo “protegge” da tutto e da tutti. Ma un giorno la sua vita viene sconvolta, da un incontro e da un ritrovamento. L’incontro è con Elena, una ragazza apparentemente all’opposto di lui: solare ed esuberante. Il ritrovamento invece è del suo diario che scriveva da bambino, e che sua mamma aveva portato con sé quando se n’era andata, molti anni prima. Michele decide di partire alla ricerca di sua madre, della quale non ha più saputo niente. Non è solo un viaggio per cercare di trovare risposte a tutte le domande che lo hanno tormentato per anni, ma è anche un viaggio per ricongiungersi a quella parte di sé che aveva tentato di cancellare, sperando così di non soffrire. Il libro ha uno stile molto scorrevole, che riesci a catturarti e a tenerti legato alle pagine fino alla fine. In fin dei conti, cercando di ritrovare sua madre, Michele sta cercando di ritrovare se stesso; e secondo me, l’autore è riuscito a rendere molto chiaramente i sentimenti del protagonista, le sue ansie, le sue paure, le sue emozioni, coinvolgendo il lettore e facendolo sentire parte della vicenda. È un libro che fa riflettere molto, e ci insegna che le paure sono fatte per essere affrontate; nasconderci dietro a ciò che ci fa sentire protetti non ci aiuterà mai a crescere e a vincere le nostre ansie.