«Berlino. L'amavo questa vecchia città. Ma questo prima che si fosse guardata allo specchio e avesse incominciato a indossare dei corsetti tanto stretti da levarle il respiro.»
Sardonico, provocatorio, e dalla parlantina sciolta. Secondo il New York Times, «il perfetto eroe per il suo tempo... e per il nostro...», Bernie Gunther è un investigatore privato nella Berlino degli anni '30. Disincantato, dal senso dell'umorismo al limite del crudele, complici le esperienze di vita che di certo lo hanno segnato. Un ex sergente della prima guerra mondiale divenuto precocemente vedovo, Gunther è un uomo di vizi, beve e fuma troppo, sovrappeso e non adatto alle relazioni a lungo termine. Eppure nonostante i suoi difetti, o forse proprio per questo, è un eroe.
I thriller di Philip Kerr hanno il pregio di testimoniare gli orrori del regime nazista, passando per le efferatezze del fronte orientale, per il mondo postbellico della fame e dello sfruttamento, fino al doppio gioco e allo spietato disprezzo per la morale e la vita umana della Guerra Fredda.