«La costituzione formale della psicologia dell'educazione come disciplina specifica e autonoma risale agli anni '20 del 900. In quegli anni, negli Stati Uniti, l'enfasi che il movimento funzionalista pone sulla necessità di rendere utile ed efficace la psicologia spinge gli psicologi a iniziare una più sistematica attività di ricerca nella scuola e, di conseguenza, ad identificare come oggetti di studio di primaria importanza problemi pratici connessi al rapporto insegnamento-apprendimento. La Psicologia dell'Educazione ha, infatti, come oggetto di studio e di indagine privilegiato l'individuo negli ambienti di apprendimento - in particolare, ma non esclusivamente, la scuola. Più in particolare, si occupa di individuare i fattori dell'ambiente di apprendimento che possono facilitare o ostacolare l'apprendimento, la motivazione, il benessere degli studenti e, in generale, di chi impara. In sostanza, si può dire che mentre la forse più conosciuta psicologia dello sviluppo si focalizza sull'evoluzione (cambiamento, crescita, maturazione) dell'individuo, pur senza trascurare i fattori ambientali, familiari e culturali che possono incidere su tale sviluppo, la psicologia dell'educazione è interessata a come l'istruzione, anche non strettamente scolastica, possa migliorare il comportamento, le conoscenze e abilità, il modo di pensare e gli atteggiamenti dell'individuo. La psicologia dell'educazione è una scienza che studia e interviene sulle condizioni psicologiche che caratterizzano il processo educativo della persona all'interno del suo ecosistema, per favorirne il benessere dello sviluppo. Essa tiene conto delle componenti personali dell'educando e dell'educatore, e tende a sviluppare nei futuri educatori sia competenze tecniche che competenze professionali, che servono a selezionare gli obiettivi educativi e di conseguenza ad attuare interventi di prevenzione e di progettazione degli interventi educativi stessi. Chi educa, infatti, può solo selezionare gli obiettivi educativi più appropriati per il particolare setting in cui si appresta a lavorare, a partire da obiettivi che in qualche modo si possono considerare prestabiliti nella cultura di appartenenza. Quali che siano gli obiettivi educativi che le diverse culture propongono, il dibattito continua ad essere vivace...» (Dall'Introduzione)
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