Edizione in doppio vinile
Il terzo episodio del sodalizio alchemico tra Roberto Musci e Giovanni Venosta, ristampato per la prima volta in una elegante edizione in doppio vinile apribile dalla Soave Records, sembra essere ancora più enigmatico dei precedenti.
Se i momenti quasi più ambientali, dalle calde tinte meditative e distensive del primo “Water Messages On Desert Land” (1987), si contrapponevano ai toni dal vago intimismo rituale, primitivo e futuristico allo stesso tempo, di “Urban & Tribal Portraits”(1988), in “A NOISE, A SOUND” si procede su ben altre coordinate di demistificazione (o demitizzazione) del conosciuto. Il processo compositivo in stile “plunderphonics” rimane ancora significativo nel consentire uno sperimentalismo tecnico dall’inesauribile varietà di materiali utilizzati (campionario di suoni, armonie, timbri etnici) e dalle infinite possibilità d’assemblaggio a cavallo tra il non-senso e la provocazione. L’idea di collage di Musci e Venosta rinnova ed estende un gusto preciso per l’immaginazione multi–evocativa; ripropone una radicale interpretazione sovversiva, di ascendenza situazionista, della diversa integrazione semantica degli oggetti (samples musicali), attraverso una ben precisa rivalutazione/de-contestualizzazione degli elementi artistici utilizzati, non costruiti e montati in base a una logica di pura associazione. Un collegamento con il minimalismo eccentrico di Philip Glass o Michael Nyman, seppur con una grammatica tendenzialmente diversa, è evidente.
“A NOISE, A SOUND” è essenzialmente un poliedrico sguardo patafisico sulla complessità dell’esistente, un’immersione nelle forze contraddittorie del reale; un lavoro di difficile decifrazione, dalla gestazione complessa e di non facile presa emotiva, ma l’ascoltatore attento saprà riconoscere le linee tortuose e magiche di una libera ed immaginifica creazione artistica, assolutamente controcorrente e non convenzionale.
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